Il potente brillamento solare è stato classificato come ”X1”.
Un gruppo di macchie solari ha prodotto un potente brillamento solare di classe X1 nella parte nordorientale del Sole. Il fenomeno ha prodotto una forte esplosione che ha provocato un blackout radio a onde corte nell’area del Sudest asiatico e in Oceania. I brillamenti sono forti esplosioni che producono improvvisi picchi di luminosità ben visibili nella bande dei raggi X, ma in alcuni casi anche di onde radio e gamma. Nella banda X ad emettere le radiazioni è la corona solare, la zona più esterna dell’atmosfera solare, caratterizzata dalla presenza di plasma a milioni di gradi. Durante questi processi, il plasma si surriscalda fino a raggiungere temperature superiori ai 10 milioni di gradi e una luminosità superiore a quella dell’intera corona solare.
Le eruzioni vengono classificare, in ordine crescente di potenza, in classi: A, B, C, M e X. Ogni classe risulta dieci volte più forte della precedente. I flare si caratterizzano per un andamento particolare della luminosità: una crescita repentina, seguita da un calo graduale. Si tratta di fenomeni che non durano molto: da qualche minuto fino al massimo di qualche ora, e si localizzano in piccole aree della superficie solare. Trattandosi di canali magnetici chiusi, in grado di trattenere il plasma solare, queste regioni si caratterizzano per una particolare forma ad arco. Talvolta la potenza del brillamento è sufficiente da produrre eruzioni solari, con nubi di plasma che vengono spinte nello spazio. Il fenomeno dei brillamenti è più frequente nei periodi di forte attività solare, quando i campi magnetici delle macchie sono intense. La causa dei flare viene ricondotta alle instabilità magnetiche, che accelerano particelle e producono energia velocemente, provocando una crescita repentina della luminosità, seguito da un raffreddamento più lento.