Colpite anche numerose specie in via di estinzione.
L’ufficio del Difensore Civico peruviano ha riferito che la fuoriuscita di petrolio avvenuta il 15 gennaio nel distretto di Ventanilla ha provocato quasi 900 animali morti, comprese alcune specie in via di estinzione, secondo una dichiarazione pubblicata venerdì sul suo sito web. “Finché le aree colpite non saranno ripulite e bonificate, le spiagge e la fauna selvatica potrebbero essere seriamente danneggiate“, ha spiegato Lissette Vásquez, vice per l’ambiente, i servizi pubblici e le popolazioni indigene presso l’organo costituzionale autonomo. Il funzionario ha indicato che, sebbene gli uccelli sopravvissuti all’incidente siano stati rilasciati sulle spiagge a sud di Lima, è ancora necessario che il Servizio nazionale delle foreste e della fauna selvatica (Serfor) approvi protocolli specifici per questi compiti al fine di garantire che i rilasci siano effettuati in ecosistemi sicuri per la salute e per la vita degli animali. Vásquez ha affermato che è “estremamente preoccupante” il fatto che non sia stata ancora completata la pulizia delle aree marino-costiere interessate, il che, assicura, aggrava l’identificazione delle aree che presentano tracce di petrolio e non permette di disporre il personale necessario per effettuare i compiti di bonifica. Allo stesso modo, ha sottolineato che spetta all’Agenzia per la valutazione e l’applicazione dell’ambiente (OEFA) verificare le informazioni diffuse dalla multinazionale spagnola dell’energia e della petrolchimica Repsol, ritenuta responsabile del disastro, la quale sostiene che le attività di pulizia sono state completata in 21 delle 46 spiagge identificate come interessate.
In tal senso, ha commentato che, qualora tale situazione fosse confermata, la Direzione Generale della Salute Ambientale e della Sicurezza Alimentare (Digesa) dovrà stabilire se queste spiagge rappresentino o meno un rischio per la salute umana, sottolineando che è necessaria una dichiarazione ufficiale al riguardo. Il comunicato ricorda che, a tre mesi dalla fuoriuscita di petrolio, nessuna spiaggia è stata ufficialmente dichiarata pulita, né è stato completato il processo di identificazione delle attività economiche interessate o dell’impatto che l’“emergenza ambientale” ha avuto sulle comunità. Un settore direttamente o indirettamente interessato, ad esempio è la pesca artigianale o il turismo.
Data questa situazione, l’Ufficio del Difensore civico chiede alla Presidenza del Consiglio dei ministri di attuare “azioni immediate” al fine di garantire che le migliaia di vittime ricevano l’aiuto umanitario di cui hanno bisogno, “fermo restando il risarcimento e l’equo compenso che corrisponde al azienda responsabile”. La fuoriuscita di petrolio avvenuta al largo delle coste del Perù ha provocato un grave impatto ambientale in un’area di 18.000 metri quadrati di oceano, distruggendo flora e fauna marina. Secondo il governo del paese andino, circa 5.000 pescatori e mercanti sono stati colpiti nei distretti di Ancón, Santa Rosa, Ventanilla, Aucallama e Chancay.