Belli, morbidi, dall’aria trasognata e tenera, sempre indaffarati a mangiare o rotolarsi. I panda giganti trasmettono sempre delle belle sensazioni, anche osservandoli in una semplice immagine o in uno dei tantissimi video che spopolano sul web. I ricercatori, dal canto loro, hanno svolto in questi anni numerosi studi per poterne conoscere anche i più piccoli particolari così da preservarne l’esistenza, più volte minacciata dal rischio di estinzione.
Oggi coccolati ed accuditi per lo più in zone loro dedicate della Cina occidentale, dove anche il numero di potenziali predatori è pressoché nullo, dei panda sappiamo praticamente tutto. Vi siete mai chiesti, però, il motivo della loro singolare colorazione? Con gli occhi cerchiati di nero ed anche gli arti interamente scuri così come le orecchie, il loro grande corpo presenta invece in volto e sulle zone del dorso ampie strisce bianche. Gli studiosi hanno finalmente trovato una risposta anche a questo ed oggi sappiamo che i panda giganti presentano questa peculiare colorazione bianca e nera della loro pelliccia per difendersi. Detta così, alla maggior parte dei lettori l’affermazione potrebbe apparire bizzarra. In realtà a trarci in inganno è il fatto che negli ultimi anni i nostri occhi si siano abituati a vederli in aree protette nelle quali, anziché mimetizzarsi, con questi colori a contrasto i panda appaiono ancora più evidenti.
L’Università di Bristol e la Chinese Academy of Sciences hanno però condotto uno studio sinergico per spiegare i motivi di questi colori. Dopo un lungo e paziente lavoro fotografico da lunghe distanze, i ricercatori hanno potuto affermare con certezza che il colore della pelliccia serve ai panda per mimetizzarsi con i tronchi d’albero nelle zone più selvagge (sfruttando la colorazione nera) e con fogliame chiaro e neve (utilizzando invece quella bianca). La mimetizzazione segue però anche un altro meccanismo cosiddetto disruptive coloration. In questo caso l’eventuale predatore del panda, ad una distanza non superiore ai 60 metri, vedrebbe il profilo della sua preda come un tutt’uno difficile da distinguere tra tronchi ed alberi rendendogli le cose più complicate in caso decidesse di sferrare un attacco.