L’obbiettivo è di calmierare i prezzi.
Il governo degli Stati Uniti sta valutando la possibilità di aumentare la produzione di greggio fino a 180 milioni di barili della Strategic Petroleum Reserve (SPR) nel tentativo di abbassare i prezzi del carburante nel paese. A renderlo noto è il giornale Reuters. Questa è la terza volta che Washington decide di attingere alle riserve strategiche negli ultimi sei mesi per calmierare i prezzi mentre l’aumento della produzione è il più grande nei quasi 50 anni di storia dell’SPR. Secondo Fox News, il piano è di rilasciare circa un milione di barili al giorno. I provvedimenti simili non sono riusciti, finora, ad abbassare i prezzi, poiché la domanda globale di petrolio è quasi tornata ai livelli pre-Covid-19 mentre l’offerta è ridotta a causa delle sanzioni, imposte dagli Stati Uniti e dai suoi alleati, contro la Russia, il secondo esportatore mondiale di petrolio.
La Russia esporta tra i 4 e i 5 milioni di barili di greggio al giorno e l’Agenzia internazionale per l’energia (AIE) prevede che ad aprile il mercato finirà per esaurire circa 3 milioni di barili di petrolio russo a causa delle sanzioni. Gli stati membri dell’AIE hanno concordato, all’inizio di marzo, di attingere 60 milioni di barili di greggio dalle loro riserve di emergenza, di cui 30 milioni dall’SPR. Il presidente Joe Biden dovrebbe annunciare le misure energetiche del suo governo giovedì. La notizia del piano energetico di Washington arriva poco prima dell’incontro che si terrà tra i paesi che compongono l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC+) e la Russia per discutere della riduzione delle restrizioni all’approvvigionamento. Gli Stati Uniti, il Regno Unito e altre nazioni hanno esortato l’OPEC+ ad aumentare rapidamente la produzione. Tuttavia, il gruppo non dovrebbe discostarsi dall’accordo esistente.