La stella, distante 12.900 milioni di anni luce, in realtà è già scomparsa, dopo una grande esplosione.
Con una distanza di 13 miliardi di anni luce dalla nostra posizione, Earendel rappresenta la stella più distante mai scoperta. Per gli esperti, questo antico corpo celeste si è formato ”soli” 900 milioni di anni dopo il Big Bang. Ed è proprio dalla sua lontana origine che deriva il suo nome che nell’inglese antico indica “stella del mattino” o “luce nascente”. L’oggetto è stato scoperto grazie alla tecnica del microlensing, usando delle immagini realizzate dal telescopio Hubble da un team di studio guidato da Brian Welch, della Johns Hopkins University, la cui ricerca è stata pubblicata su Nature.
Di corpi celesti distanti ne sono stati scoperti tanti negli ultimi anni come galassie a 13,4 anni luce di distanza, ma spesso si tratta di oggetti composti da milioni di stelle talmente lontane da essere indistinguibili tra loro. A consentirne è stato il metodo del microlensing, cioè il fenomeno prodotto dalla teoria della relatività nel quale la luce proveniente da un oggetto molto distante viene “ingrandita” da un altro oggetto, con una massa in grado di distorcere il passaggio della luce, posizionata tra la sorgente e l’osservatore. Secondo gli esperti la stella avrebbe una massa pari a 50 volte quella del nostro Sole e probabilmente potrebbe comporre un sistema binario con un altra stella.