A circa quattro giorni di distanza da una CME prodotta dal Sole, il campo magnetico terrestre potrebbe essere colpito. Secondo gli esperti dovrebbe accadere nella giornata del 28 marzo, in seguito all’espulsione di massa coronale avvenuta il 25 marzo, conseguenza di un brillamento di classe M1 generato dal Sole e che ha avuto come conseguenza anche la formazione di una sorta di onda d’urto che ha dato origine ad una specie di increspatura, definito dagli esperti in materia “tsunami solare”. L’istante nel quale l’espulsione di massa coronale ha lasciato la nostra stella è stato catturato dai coronagrafi a bordo del Solar and Heliospheric Observatory (SOHO) della NASA.
Quali potrebbero essere le conseguenze? Si potrebbero formare tempeste di classe G1, ovvero di livello debole considerato che la scala prevede 5 gradi di intensità. Ma il rischio che vadano ad interferire nelle comunicazioni radio è possibile, e potrebbero formarsi anche aurore ad alta latitudine che, come sottolineato dagli scienziati, potrebbero risultare potenziate in seguito all’effetto Russell-McPherron regalando spettacoli magici. Nella fattispecie in questo periodo dell’anno, il migliore per gli osservatori di aurore, possono formarsi nel campo magnetico terrestre delle crepe e questo consente al vento solare di ‘entrare’, rendendo il fenomeno ancor meglio osservabile.