“Ho scoperto un Ufo su Google Earth”: strano ‘oggetto’ di forma circolare. Ma c’è una spiegazione

Lui si chiama Scott Waring, gestisce un sito relativo alle scoperte di oggetti non identificati e di recente ha affermato di aver individuato un Ufo sul fondo dell’oceano semplicemente utilizzando Google Earth. Ha mostrato un’immagine nella quale si vede nitidamente una forma circolare scatenando così una serie di commenti sul web tra chi ritiene che possa davvero trattarsi di un Ufo e chi invece ha altre ipotesi a riguardo. Waring, che analizza da tempo le foto satellitari della Terra ma anche le immagini scattate dai rover della Nasa su Marte, si è già vantato in passato di aver scoperto oggetti non identificati ma senza mai avere conferme concrete. In questo caso ci troviamo al largo non lontano dalle Linee di Nazca del Perù.

E quello che appare è un cerchio del diametro di quasi 7 km al largo della costa di Lima, a circa 566 km di distanza dalla costa. A guardarlo sembra una sorta di collina che sorge dal fondo del mare, ed appare come una prominenza del fondo oceanico. Ma non si tratterebbe di un Ufo a detta degli esperti di Google Earth, bensì di un possibile artefatto di dati: infatti l’azienda mappa il fondale marino usando dati che provengono da fonti differenti che hanno diverse risoluzioni o livelli di dettaglio. Andando ad accorpare tra loro questi dati potrebbero, a volte, apparire forme strane apparentemente inspiegabili. La mappatura degli oceani viene effettuata infatti mediante i dati delle indagini sonar a bordo delle navi e le misurazioni della gravità fornite dai satelliti; le prime servono per una mappatura più dettagliata mentre le seconde per mappare in modo approssimativo il fondale marino. Quando queste misurazioni non ‘concordano’ tra loro si può formare una sorta di avvallamento, proprio come nel caso del presunto Ufo che si troverebbe infatti nel mezzo di una linea di transetto. Dunque quella forma circolare potrebbe essere la conseguenza dell’unione di dati differenti, come peraltro segnalato dagli sviluppatori di Google già nel 2016 in un post riguardante la possibilità di artefatti legati alle fonti mixate tra loro per la mappatura.