La Tesla è entrata nel settore energetico americano. Infatti, vi è una recente installazione di accumulo energetico Tesla, che in Alaska sostituisce una centrale di appoggio al gas, unendosi con la rete locale e la generazione di energie rinnovabili. Cosa sta accadendo?
La centrale di raccolta appartenente alla Tesla (divisione Energy) è già accesa nella penisola di Kenai, in Alaska. Stiamo parlando dell’ennesima installazione di accumulo energetico formato da molti Megapack che mirano a rimpiazzare le solite centrali elettriche a gas.
I Megapack sono delle giganti batterie, attrezzate con gli inverter e con componenti idonei a semplificare i programmati. In totale, il recente impianto Tesla è formato da trentasette Megapack. La somma completa di potenza è 93 MWh. Valutato che l’inverter di ogni blocco coordina una flusso di un megawatt e mezzo, a fronte di una capienza di 3 MWh, l’influsso erogabile dovrebbe essere attorno ai quarantacinque MW.
La dominante Tesla spunta in circostanze quasi immaginarie, infatti, è piena di neve. Ora, invece, tutto si sta rovesciando, queste zone si trovano all’estremità dell’Alaska, dove il grado di calore scende sotto i -30° e la cittadinanza si è ribellata per esigere soccorso dalla società di Elon Musk.
La ragione? Perché il gas, da solitario, non assicura la somministrazione di calore per l’intero l’inverno, e spesso le zone urbane stanno senza elettricità. Per questa ragione la Tesla si è intromessa, per realizzare una centrale di energia nitida in grado di somministrare qualche MWh in più.