Le fiamme sono state domate grazie all’arrivo dei Vigili del Fuoco. Le radiazioni risultano nella norma.
Ore di paura, in Ucraina, dove la nona notte di battaglia ha visto coinvolta anche la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa e la quinta al mondo. Considerata dai Russi come uno dei punti strategici dell’Ucraina, la centrale è stata attaccata con un potente bombardamento. Durante il conflitto un incendio è scoppiato dal perimetro della centrale poi messa in sicurezza. A bruciare sono stati un edificio e un laboratorio, come spiegato dai responsabili dell’impianto. Per fortuna il rogo non ha interessato le strutture essenziali della struttura e non sono state registrate variazioni nei livelli di radiazioni, come annunciato dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica.
L’evento ha scatenato le reazioni dell’Occidente e del presidente ucraino che ha puntato il dito contro Mosca accusandola di ricorrere al ‘‘terrore nucleare” e di voler scatenare un disastro simile a Chernobyl. Dmytro Orlov, sindaco di Enerhodar la città più vicina al reattore, ha parlato anche di “vittime” tra l’esercito ucraino della Guardia Nazionale, che si trovavano a difendere l’impianto. La centrale si trova sulla linea del fronte nel sud dell’Ucraina, nella zona di Enerhodar, poco lontano dall’estuario del fiume Dnepr, a nord-ovest della Crimea, tra la città assediata di Mariupol e di Kherson che è già in mano a Russi.