Circa 40 milioni di anni fa sarebbe esistito un continente perduto dal nome ‘Balkanatolia’ che comprendeva parte dei Balcani e dell’Anatolia e anche diverse regioni italiane, tra cui: Puglia, Friuli-Venezia Giulia e Liguria. A quanto pare, esso, avrebbe funto da ponte tra il continente asiatico e quello europeo sud-occidentale consentendo ai mammiferi esotici di spostarsi da una zona all’altra, dall’istante in cui i livelli del mare si abbassarono, e di colonizzare nuovi territori circa 5-10 milioni di anni prima della Grande Coupure.
Secondo Fabio Speranza, direttore della sezione Roma 2 dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), ha spiegato che lo studio internazionale, pubblicato dal Centro nazionale francese per la ricerca scientifica (Cnrs) sulla rivista Earth-Science Reviews, si tratta di: “Un’ipotesi molto traballante, che nessun geofisico approverebbe. La parte debole dello studio è quella relativa all’ipotetico continente. I continenti sono le parti stabili delle placche terrestri. L’area di cui si parla nello studio è in realtà la zona di sutura tra Africa ed Eurasia, cioè la catena alpina che parte dalla catena del Rif in Marocco, corre lungo il Nord Africa, attraversa l’Italia da sud a nord e prosegue poi nella penisola balcanica e oltre”. Questo è quanto riportato dall’agenzia di stampa ANSA.
La scoperta ha avuto inizio dallo studio di alcuni fossili di mammiferi appartenenti all’epoca Eocene-Oligocene, ed è continuata con diverse indagini paleogeografiche che hanno rivelato l’esistenza di un continente perduto. E grazie a queste scoperte Puglia, Friuli-Venezia Giulia, Liguria e altre regioni italiane facevano parte della Balkanatolia. Come ha aggiunto e concluso Speranza: “Anche mettere insieme Balcani e Turchia denota poca esperienza nel campo della paleogeografia, infatti, l’Anatolia si sta spostando verso la Grecia di circa 5 centimetri l’anno e questo movimento dura da almeno 20 milioni di anni, quindi nell’epoca di cui si parla si trovava in realtà molto più a Est”.