Un gruppo di ricercatori della Northwestern University, insieme alla coordinazione dell’azienda biotecnologica LanzaTech, degli Stati Uniti, ha eseguito un esperimento interessante per ridurre la CO2 presente nell’atmosfera emessa da processi industriali e discariche trasformandola in preziose risorse, come ad esempio acetone e isopropanolo (IPA).
Tutto questo è opera di batteri sintetici e riprogrammati in laboratorio, che sono stati in grado di convertire l’anidride carbonica di scarto in pregiate materie prime ad uso industriale. Tale procedimento è stato pubblicato sulla rivista Nature Biotechnology e rappresenta una valida alternativa a zero emissioni rispetto ai processi attuali che sono altamente inquinanti che sfruttano petrolio o gas naturale.
Stando a quanto spiegato da Michael Jewett della Northwestern, ossia uno dei coautori dello studio pubblicato sulla rivista Nature Biotechnology, e riportato da ‘focustech’: “Sfruttando la nostra capacità di collaborare con la biologia per produrre ciò che è necessario, dove e quando è necessario, su base sostenibile e rinnovabile, possiamo iniziare a sfruttare la CO2 disponibile per trasformare la bioeconomia”.
Il team di ricerca guidati da Fungmin Eric Liew, Robert Nogle e Tanus Abdalla hanno eseguito l’esperimento partendo da un batterio in grado di fermentare il gas: ossia il Clostridium autoethanogenum. Gli scienziati hanno sfruttato la biologia sintetica per programma il patrimonio genetico del batterio, così da spingerlo a sintetizzare molecole come acetone e isopropanolo (che in natura non genererebbe). Adoperando le medesime tecniche di biologia sintetica si è in grado di disporre i microrganismi a produrre ulteriori sostanze.
Così dallo studio è praticamente emersa l’alta efficienza del procedimento insieme alla sua capacità sostenibile a favore dell’ambiente. Difatti, i batteri sono in grado di assorbire più anidride carbonica di quanta ne emettono, andando a ridurre le emissioni di CO2 di ben il 160% rispetto ai processi convenzionali.