Oggi c’è una spiegazione che motiva come, le lucertole, riescano in caso di emergenza a perdere rapidamente la loro coda, che si stacca di netto senza che loro muoiano. Ebbene un team internazionale di ricerca ha effettuato una serie di osservazioni al microscopio delle superfici interne dell’appendice lungo il piano di rottura, riuscendo ad individuare i meccanismi che portano la coda a cadere dal rettile. Il professor Yong-Ak Song, bioingegnere presso la New York University Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti è riiuscito a rilevare il ‘meccanismo di sgancio rapido’ alle base di questa azione, che entra in gioco come strategia di difesa ma che, durante le normali attività della lucertola, permette alla coda di rimanere saldamente attaccata al resto del corpo. Song ha dichiarato: “Deve avere la giusta quantità di adesione, in modo che non si stacchi facilmente, ma deve anche potersi staccare ogni volta che è necessario. È un ottimo equilibrio”.
I risultati sono stati pubblicati su Scienze: lungo il piano di frattura le superfici sono formate da fasci di muscoli mentre nel punto in cui si staccano sono caratterizzati da una microstruttura a forma di cono ricoperta da nanopori. Una sorta di mini spine che si attaccano a pareti molto lisce creando dei punti di connessione. La strategia di difesa che porta alla rottura si chiama autotomia e per capire come la struttura funzioni è stato impiegato un modello dii emulazione per arrivare a cappire che i micropilastri hanno sviluppato una serie di caratteristiche che consentono alla coda di restare attaccata anche in caso di piccoli urti o oscillazioni e di cadere, quando la curvatura della coda aumenta, in seguito alla formazione di una piccola fessura. La scoperta consentirà di sviluppare applicazioni legate all’adesione, come il miglioramento di innesti cutanei e la guarigione delle ferite. Potrebbe inoltre fornire interessanti spunti per la biostampa 3D e per la robotica morbida.