La crescita delle temperature in estate sta aumentando il numero di piante molto resistenti al freddo.
Non è un mistero che le temperature sulla Terra stiano salendo gradualmente per effetto del riscaldamento globale prodotto dall’uomo e le conseguenze sono, ormai, osservabili anche dai non esperti. A dimostrarlo è un nuovo studio realizzato dall’Università italiana Insubria (Como), che ha confermato come i territori del continente Antartico sono sempre meno bianchi e più verdi per effetto dello scioglimento del ghiaccio e del diffondersi di alcune piante da fiore. Ogni anno il ritmo di riscaldamento che si registra ai poli è notevolmente superiore rispetto al resto della Terra; basti pensare ai +0,2°C ogni anno registrati negli anni scorsi. Ed è proprio il caldo dell’aria, soprattutto in estate, a rappresentare la causa principale dello sviluppo della vegetazione.
Le alte temperature stanno compromettendo il fragile ecosistema del continente con la crescita di erba pelosa (Deschampsia antarctica) e di perla dell’Antartide (Colobanthus stillensis), piante autoctone, ma fino a pochi anni fa poco diffuse sul territorio. È oltre cinque volte più veloce la diffusione dell’erba pelosa tra il 2009 ed il 2018 rispetto al periodo scorso mentre la perla dell’Antartide ha registrato una diffusione maggiore di dieci volte. Con il continuo aumento delle temperature, l’Antartide avrà aree sempre più vaste senza ghiaccio e quantità maggiori di piante dove una volta era presente la neve. Ma non solo: l’aumento delle specie vegetali produrrà significative alterazioni nel terreno antartico con l’aumento di batteri e funghi alieni oltre al tanto temuto scioglimento del permafrost e il conseguente rilascio di gas metano nell’aria.