La loro presenza coincide con alcune delle pietre miliari più importanti nell’evoluzione degli esseri viventi sulla Terra.
Non una, ma due volte nella sua lunga evoluzione, la Terra ha visto lo sviluppo di catene montuose colossali, alte almeno quanto l’Himalaya ma molto più estese. I geologi le chiamano “super montagne” e le loro dimensioni erano tali da dividere in due gli antichi supercontinenti. In uno studio appena pubblicato su ‘Earth and Planetary Science Letters’ , un team di geologi delle università australiane di Canberra e Queensland, guidato da Ziyi Zhu, spiega come queste gigantesche catene montuose abbiano svolto un ruolo essenziale nell’evoluzione della vita primitiva del nostro pianeta. “Oggi non esistono formazioni come queste due super catene montuose“, spiega Zhu. Le montagne sorgono quando le placche tettoniche del pianeta, in continuo movimento, comprimono due masse continentali, spingendo le rocce della superficie ad altezze variabili. In questo modo, le montagne possono continuare a crescere per centinaia di milioni di anni, ma anche le catene montuose più alte hanno una data di scadenza, poiché il vento e l’acqua iniziano immediatamente a eroderne le cime. I ricercatori hanno tracciato la formazione delle due antiche ”super catene montuose” utilizzando tracce di zircone a basso contenuto di lutezio, una combinazione di minerali ed elementi di terre rare che si trovano solo alla base delle montagne più alte, dove si produce, cioè, un’intensa pressione. Secondo lo studio, due gigantesche catene montuose si sono formate nella storia del pianeta: la prima tra i 2.000 e 1.800 milioni di anni fa e la seconda tra 650 e 500 milioni di anni fa. In entrambe le occasioni, le catene montuose gigantesche sono emerse, non a caso, durante la formazione di un supercontinente. E coincidono con le due pietre miliari più importanti nell’evoluzione della vita sulla Terra. “Chiamiamo la prima catena Super Mountain Nuna – spiega Zhu – il cui sviluppo coincide con la probabile comparsa degli eucarioti, il tipo di cellule che in seguito diede origine a piante e animali. Il secondo, che conosciamo come Super Mountain Transgondwana (chiamato così perché attraversava da un capo all’altro il supercontinente Gondwana), coincide con la comparsa dei primi grandi animali, 575 milioni di anni fa, 45 milioni di anni prima alla cosiddetta Esplosione Cambriana, un periodo in cui apparve la maggior parte dei gruppi e dei tipi di animali”.
Ma in che modo queste gigantesche catene montuose sono correlate allo sviluppo di forme di vita? Lo studio spiega che quando le montagne si erodono, forniscono un’enorme quantità di nutrienti essenziali, come fosforo e ferro, agli oceani, sovraccaricando i cicli biologici e guidando così l’evoluzione verso una maggiore complessità. Inoltre, queste supermontagne potrebbero anche aver aumentato i livelli di ossigeno nell’atmosfera, un fattore necessario per la respirazione degli organismi viventi. “L’atmosfera della Terra delle origini – chiarisce Zhu – conteneva scarse quantità di ossigeno. Si pensa che i livelli di ossigeno atmosferico siano aumentati in una serie di passaggi, due dei quali coincidono con le supermontagne. Ad esempio, l’aumento dell’ossigeno atmosferico associato all’erosione della Super Mountain Transgondwana è il più grande nella storia della Terra ed è stato un prerequisito essenziale per la comparsa degli animali“. Non ci sono, per ora, prove che altre supermontagne si siano formate in passato tra questi due eventi, il che li rende ancora più significativi. Ed in effetti l’intervallo di tempo tra 1.800 e 800 milioni di anni fa è noto come “il Noioso Miliardo Precambriano”, un lungo lasso di tempo nel quale si registrano pochi progressi nell’evoluzione delle specie viventi sul nostro pianeta. Secondo Ian Campbell, un altro degli autori dello studio, “Questo rallentamento dell’evoluzione è attribuito all’assenza di supermontagne, un fattore che ha ridotto l’apporto di nutrienti agli oceani.”