Il vulcano ha eruttato tra i 600.000 anni fa e i 36.000 anni fa.
Una scoperta straordinaria quella realizzata sul lungomare di Sabaudia, in provincia di Latina, dove sono riaffiorati i resti dell’antico vulcano indicato scogli ”molto strani”. Ad avanzare la teoria che si tratti dei resti dell’antico vulcano è il geologo ed ex sindaco di Sabaudia, Nello Ialongo. La mareggiata ha provocato un eccezionale abbassamento della sabbia con l’emersione di scogli, mai segnalati in precedenza. Gli affioramenti sono più antichi della duna perciò risalenti al Paleolitico, a quando risalgono anche le prime tracce di presenze umane nell’area del Circeo.
Un’immagine ripresa dall’alto mostra una formazione ad arco, di difficile interpretazione. In poche ore la sabbia ha ricoperto di nuovo le formazioni tufacee impedendo uno studio del materiale affiorato. Si tratterebbe di strati di tufo dovuti alle emissioni del vulcano dei Colli Albani, le cui tracce sono state scoperte nei versanti dei valloni che solcano il territorio tra le zone di Sant’Andrea e Sacramento. Il vulcano primordiale dei Colli Albani, insieme al complesso vulcanico laziale, ha avuto un’attività concentrata tra i 600.000 anni fa e i 36.000 anni fa. Si trattava di uno strato-vulcano complesso, una struttura il cui centro eruttivo si è spostata con il trascorrere del tempo. In ogni caso per gli esperti i Colli Albani rappresentano un vulcano non del tutto estinto ma quiescente, ovvero ancora in grado di eruttare, visto che lo spazio di tempo che intercorre con l’ultima eruzione, risalente a 36.000 anni fa, risulta più breve degli intervalli di riposo registrati nella sua storia eruttiva.