La missione, non ancora approvata, potrebbe raggiungere lo strano oggetto che ha attraversato il Sistema Solare nel 2017 e si sta allontanando dalla Terra a tutta velocità tra 22 anni, lasciando molti interrogativi irrisolti
Quasi cinque anni dopo la sua scoperta, Oumuamua continua a sollevare più domande che risposte. Le poche settimane durante le quali i telescopi terrestri l’hanno vista nel 2017, infatti, non sono bastate a spiegarne il comportamento insolito, né la sua composizione né il suo luogo di origine. L’unica cosa che è diventata chiara è che Oumuamua non è un asteroide o una cometa, o almeno non simile agli asteroidi e alle comete che conosciamo. E che non è nato nel Sistema Solare, ma nell’orbita di una stella lontana, dalla quale è sfuggito, forse per migliaia di anni, fino a quando non si è imbattuto nel Sistema Solare e l’ha attraversato da un capo all’altro a tutta velocità. Alcuni scienziati, guidati dall’astronomo di Harvard Avi Loeb, credono addirittura che si tratti di un oggetto artificiale. In questi anni numerosi team di ricercatori hanno cercato di spiegare, ad esempio, la straordinaria riflettività dell’oggetto, molto superiore a quella di qualsiasi roccia conosciuta e similare, Loeb arrivò addirittura a dire, “a quella del metallo levigato” . Di cosa potrebbe essere fatto Oumuamua per riflettere la luce solare in quel modo? E ancora: come spiegare il suo strano comportamento dopo essere passato vicino al Sole e, invece di rallentare come ci si aspetterebbe, ha iniziato ad accelerare? Nonostante ci abbia provato in tutti i modi, nessuno è stato in grado di rilevare in Oumuamua un’emissione di gas o la sublimazione di ghiaccio che spieghi l’accelerazione osservata in altre comete.
Così, un team di ricercatori dell’organizzazione britannica Initiative for Interstellar Studies e North American Space Initiatives ha appena proposto, in un articolo appena apparso sul server di preprint di arXiv , quella che sembra essere l’unica soluzione logica per risolvere i misteri della Oumuamua: l’invio di una sonda per intercettarlo e studiarlo da vicino. “Tutte le spiegazioni finora fornite – scrivono i ricercatori – hanno una caratteristica in comune: sono straordinarie. Data la natura enigmatica di Oumuamua e per risolvere la questione, sarebbe fondamentale disporre di dati aggiuntivi. Tuttavia, data la grande distanza percorso dall’oggetto, non è più possibile ottenere dati attraverso i telescopi. Si è quindi sostenuto che dovremmo quindi attendere che il prossimo oggetto simile si trovi nella portata dei telescopi. Ma una strategia alternativa sarebbe quella di inviare una navicella spaziale a Oumuamua“. Già nel 2017, anno in cui Oumuamua è stato visto per la prima volta, gli stessi ricercatori avevano proposto di inviare una sonda, soprannominata “Progetto Lyra” dalla costellazione da cui, dal punto di vista della Terra, Oumuamua sembrava provenire. Ma quella missione si è rivelata troppo costosa e complicata, dal momento che raggiungere la velocità necessaria per raggiungere il bersaglio, che si sta allontanando molto rapidamente, avrebbe richiesto un lanciatore straordinariamente potente e per effettuare una complessa manovra di assistenza gravitazionale attorno al Sole, per la quale la stessa cosa si sarebbe dovuta fare prima su Giove. In altre parole, troppo complicato e costoso. Ora, però, i ricercatori sono riusciti a calcolare una nuova traiettoria che sarebbe molto più semplice da eseguire, dal momento che la sonda non avrebbe bisogno di avvicinarsi al Sole per sfruttare la sua enorme gravità e sparare verso Oumuamua. Basterebbe ottenere l’impulso necessario da Giove, ma dopo essersi avvicinato a Venere allala Terra due volte. In ogni caso, una serie di manovre molto più comuni in altre missioni e molto meno impegnative dal punto di vista tecnico rispetto all’avvicinamento al Sole. Nel loro articolo, gli scienziati calcolano che se una tale missione fosse lanciata, ad esempio, nel 2028, ci vorrebbero 22 anni per raggiungere Oumuamua, che raggiungerebbe nel 2050. Per ora, però, non ci sono ancora piani concreti (o budget stanziato) affinché il Progetto Lyra diventi realtà. E se non viene finalmente costruito, ci sarà sempre la seconda opzione citata nell’articolo: attendere che un altro oggetto simile a Oumamua ci incrocia lasciandosi trovare, questa volta, preparati all’evento.