Un interessante ritrovamento è stato rivelato su Marte dal rover Curiosity della NASA. Esso ha difatti trovato tracce di carbonio 12, che sulla Terra, è collegato ai processi biologici. Il carbonio è stato scovato nei campioni di roccia prelevati nel cratere Gale, dove il rover si è adagiato il 6 agosto 2012. La ricerca effettuata da un team coordinato dalla Penn State University, a cui ha collaborato anche il Centro Goddard della NASA, è stata pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) lo scorso 18 gennaio e riguarda un interessante segno nella ricerca di possibili tracce di vita su Marte.
Curiosity ha raggruppato 24 campioni differenti di rocce e polvere da ben cinque zone diverse all’interno del cratere Gale. Tale raccolta è stata poi analizzata dallo strumento Tunable Laser Spectrometer (TLS) stesso all’interno del rover. Per ottenere ciò le rocce sono state portate ad una temperatura che ha raggiunto gli 850 C° in maniera tale da rilasciare i gas contenuti al loro interno. In questo modo è stata poi trovata la presenza di diversi isotopi di carbonio 12, presente anche sulla Terra e maggiore del carbonio 13.
Tale rivelazione non rappresenta una prova che attesti la presenza di tracce di vita su Marte, esso infatti, è abbastanza differente dal nostro pianeta. La spiegazione è stata data da Andrew Steele, scienziato che lavora al rover Curiosity presso la Carnegie Institution for Science di Washington. Come riporta Astrospace, egli afferma che: “C’è un pezzo enorme del ciclo del carbonio sulla Terra che coinvolge la vita e proprio a causa della vita, c’è un pezzo del ciclo del carbonio sulla Terra che non possiamo capire, perché ovunque guardiamo c’è vita. Definire il ciclo del carbonio su Marte è fondamentale per cercare di capire come la vita potrebbe inserirsi in quel ciclo.”