La verità è proprio qui fuori, o per lo meno questo è quello che sperano i ricercatori della NASA e del Search for Extraterrestrial Intelligence (SETI) Institute. Benché la maggior parte delle ricerche eseguite dal SETI Institute riguardi la scansione dello spazio, segnali luminosi e radio come segnalazioni di vita aliena, è a lavoro anche sulla ricerca di oggetti molto più grandi, in particolare di megastrutture aliene. Ovvero si tratta essenzialmente di qualsiasi struttura artificiale costruita da una civiltà intelligente probabilmente per scopi di raccolta di energia, questo è quanto dichiarato da Ann Marie Cody, scienziata ricercatrice presso la NASA e il SETI Institute, in una recente ed interessante intervista a ‘Vice’.
Il metodo di ricerca utilizzato da Cody e dai suoi colleghi nel trovare megastrutture aliene è molto semplice e riguarda quello che gli scienziati hanno maggiormente sfruttato per scoprire esopianeti e altri corpi celesti per decenni. Come spiega la ricercatrice del SETI Institute: “Osserviamo migliaia, nonché milioni, di stelle, scattiamo immagine dopo immagine, quindi traduciamo quelle immagini in una sequenza della luminosità di ciascuna stella nel tempo. Ogni volta che un oggetto come un pianeta passa accanto a quella stella, si attenua e crea una firma di luce”.
Fino ad oggi, tuttavia, il SETI Institute non ha ancora scoperto alcun segno di megastrutture aliene. Per questa ragione, i ricercatori del SETI devono coltivare un interessante equilibrio tra speculazioni aperte sugli alieni e tecniche scientificamente attente per cercare di individuarli. Dovranno dare priorità alla ricerca di messaggi basati sulla luce dallo spazio profondo oppure concentrarsi sul rilevamento di segni chimici di vita su pianeti lontani. Ma Cody afferma che qualora dovesse emergere qualcosa, i ricercatori saranno più che disposti ad informare il pubblico, ovviamente in seguito alla verifica rigorosa dei loro risultati. La scienziata ricercatrice ha anche affermato che non vogliono che la scienza avvenga a porte chiuse “nascondendo” le scoperte al grande pubblico, ma che quest’ultimo possa vedere che si trova dinanzi ad un processo.