Stando alle analisi di recenti dati emersi dalla ricerca pubblicata sulla rivista scientifica ‘Advances in atmospheric science’, nel 2021 sono state registrate temperature sempre più elevate per quanto riguarda le acque di oceani e mari. Il loro calore, infatti, è incrementato nei 2000 metri più superficiali di tutti i mari del pianeta, malgrado sia in azione La Nina, noto evento atmosferico periodo che comporta il raffreddamento dell’oceano Pacifico. Addirittura negli ultimi sei anni il record di rilevazioni (che hanno avuto inizio nel 1955) è stato ogni anno sempre più alto e la causa di tutto ciò è senza ombra di dubbio il peggioramento della crisi climatica.
Quando le acque di oceani e mari tendono a riscaldarsi, comportano una grave conseguenza di condizioni ambientali del Pianeta, con lo scioglimento dei ghiacciai della Groenlandia e dell’Antartide producendo violenti tempeste ed eventi atmosferici estremi. La nostra madre Terra sta subendo un grave surriscaldamento a causa di combustibili fossili, di deforestazioni e di tante altre attività che inquinano, di conseguenza gli oceani negli anni e tutt’oggi tendono ad assorbire la maggior parte di questo calore extra.
Nel 2021, secondo i dati rilevati dalle ricerche, sono stati assorbiti quasi 14 zettajoule in più rispetto al 2020. Ecco cosa ha dichiarato Kevin Trenberth, esperto di clima presso il National center for Atmospheric research in Colorado e co-autore della ricerca, in una recente intervista rilasciata al ‘Guardian’: “Il calore contenuto negli oceani sta subendo un aumento inesorabile, a livello globale, e questo è un indicatore primario del cambiamento climatico indotto dalle attività inquinanti degli esseri umani”.
Ma il calore non è l’unico fattore che le acque di oceani e mari tendono ad assorbire, infatti, essi catturano anche anidride carbonica emessa dalle diverse attività umane, che comportano appunto l’aumento di acidificazione delle acque provocando l’erosione delle barriere coralline.