Impiantato un cuore di maiale in un essere umano. È la prima volta

Le condizioni del paziente sono buone tre giorni dopo l’intervento chirurgico.

Un gruppo di chirurghi americani è risultato il primo al mondo ad impiantare il cuore di un maiale geneticamente modificato in un essere umano, un paziente che non ha potuto ricevere un trapianto tradizionale a causa delle sue condizioni mediche. L’operazione è stata effettuata venerdì scorso, secondo quanto riferito il 10 gennaio dall’University of Maryland Medical Center (USA). Tre giorni dopo l’intervento chirurgico sperimentale, a cui è stato sottoposto, David Bennett, 57 anni, dice di sentirsi bene. Secondo quanto riportato dall’agenzia AP, il maiale è stato sottoposto a una procedura di modificazione genetica che impedisse lo sviluppo di una particolare tipologia di zucchero che provoca un rapido rigetto da parte del corpo umano. “Questo trapianto di organi dimostra per la prima volta che il cuore di un animale geneticamente modificato può funzionare come un cuore umano, senza un rigetto immediato da parte dell’organismo“, si legge nel comunicato del centro medico.


Il paziente rimarrà per i prossimi giorni e settimane sotto la supervisione speciale di specialisti, che vogliono assicurarsi che l’organo “gli fornisca benefici salvavita“. Un giorno prima dell’operazione, Bennett ha detto che nella sua situazione c’erano solo due opzioni: “O muori o fai questo trapianto. So che è stato un salto nel buio, ma è stata la mia ultima opzione”, ha detto. Bartley P. Griffith, il medico che ha trapiantato il cuore del paziente, ha affermato che questo intervento “rappresenta un passo in avanti verso a soluzione della crisi della carenza di organi ed in particolare dei cuori umani. Stiamo agendo con cautela – ha aggiunto – ma siamo anche ottimisti sul fatto che questo primo intervento chirurgico al mondo fornirà un’importante nuova opzione per i pazienti in futuro“. Nell’ambito del trattamento, gli specialisti hanno combinato un nuovo farmaco con altri che dovrebbero sopprimere il sistema immunitario e prevenire il rigetto da parte dell’organismo.