La missione di esplorazione robotica è stata lanciata il 23 novembre 2020. Ventitré giorni dopo è tornata sulla Terra con campioni di suolo e rocce lunari del peso di 1.731 grammi.
La sonda cinese Chang’e 5 ha scoperto le prime tracce “in situ” di acqua sulla superficie della Luna. A renderlo noto è un articolo pubblicato questo venerdì sulla rivista Science Advances dai ricercatori dell’Accademia cinese delle scienze (CAS). Il testo indica che un dispositivo a bordo del lander della missione di esplorazione lunare del Paese asiatico ha misurato la riflettanza spettrale della regolite rilevando, per la prima volta, l’acqua sul satellite naturale del nostro pianeta. Il suolo del atterraggio della sonda contiene meno di 120 parti per milione (ppm) di acqua, ovvero circa 120 grammi di acqua per tonnellata.
Gli esperti ritengono che sia stato il vento solare che, trasportando l’idrogeno nel suo flusso, ha portato l’umidità sulla superficie lunare. “I campioni sono una miscela di granuli, sia dalla superficie che sotto di essa“, ha detto all’agenzia di stampa Xinhua Lin Honglei, ricercatore del CAS Institute of Geology and Geophysics e coautore dello studio. “Ma una sonda ‘in situ’ può misurare lo strato più esterno della superficie lunare”, ha spiegato. Lanciata il 23 novembre del 2020 ed atterrata il primo dicembre, la missione di esplorazione lunare robotica cinese Chang’e 5 ha raccolto campioni del suolo e rocce lunari, dal peso di 1.731 grammi, per studiarne le caratteristiche.