Il piccolo corpo celeste raggiungerà il perielio nel 2076.
Era il 2003 quando Mike Brown del Calchtech scoprì un piccolo corpo celeste nella periferia del nostro Sistema Solare. Si trattava di 90377 Sedna, un oggetto transnettuniano, reso celebre soprattutto per le strane caratteristiche della sua orbita che appare fortemente ellittica con un giro completo intorno al Sole dalla durata di 11.390 anni. Il punto di massimo avvicinamento alla nostra stella rappresenterà, dunque, un vero e proprio evento, nel 2076. Per questo motivo gli scienziati sono più che mai motivati a lanciare una missione nel 2029 o nel 2034 che possa raggiungere il piccolo corpo celeste che ha le stesse dimensioni di Cerere, il pianeta nano più grande della fascia degli asteroidi, tra Giove e Marte. Come detto è la lunga orbita a rendere speciale questo piccolo corpo celeste che raggiunge, in alcune fasi, il confine della Nube di Oort, nell’estrema periferia del Sistema Solare.
Ma come ha fatto questo piccolo corpo celeste a raggiungere un posto così estremo? Per gli scienziati un pianeta di dimensioni pari a dieci volte quelle della Terra potrebbe averne influenzato l’orbita. In fase di perielio, il pianeta nano giungerà a circa 76 AU dal Sole, oltre il doppio la distanza di Nettuno che si trova a circa 30 AU. Un gruppo di scienziati russi dell’Accademia delle scienze ha definito le possibili date di lancio di una futura missione, individuandone la più probabile nel 2029. La missione impiegherebbe circa trentanni per raggiungere Sedna. La prossima volta che il corpo celeste raggiungerà il perielio è tra 11mila anni.