Per i suoi progetti futuri la NASA sta pensando di arruolare sacerdoti e teologi per analizzare come le principali religioni mondiali avrebbero reagito alla notizia di un’eventuale scoperta della vita aliena. Ed ecco che la National Aeronautics and Space Administration ha ben pensato di reclutare 24 religiosi esperti che entreranno nel programma specifico Centro di Inchiesta Teologica, alla Princeton University nel New Jersey.
L’agenzia spaziale americana ha elargito al Center for Theological Inquiry (CTI) più di 1 milione di dollari per avviare il programma relativo alla ricerca sulle ‘implicazioni sociali dell’astrobiologia’ nel 2015. Lo scopo principale del CTI è quello di “costruisce ponti di comprensione convocando teologi, scienziati, studiosi e responsabili politici per pensare insieme – e informare il pensiero pubblico – sulle preoccupazioni globali”. Diverse saranno le domande a cui occorrerà rispondere, come: cos’è la vita? Cosa significa essere vivi? Qual è il confine tra l’umano e l’alieno? Quali sono le possibilità per la vita senziente in altri luoghi?
Tra i 24 colletti bianchi esperti arruolati dalla NASA vi è il reverendo Andrew Davison, sacerdote e insegnante dell’Università di Cambridge e con un dottorato in biochimica a Oxford. In un post pubblicato sul blog sul sito dell’Università di Cambridge, Davison ha così scritto: “Le tradizioni religiose sarebbero una caratteristica importante nel modo in cui l’umanità affronterebbe le conferma della vita altrove. Per questo motivo, fa parte dell’obiettivo della NASA sostenere il lavoro sulle ‘implicazioni sociali dell’astrobiologia’, lavorando con varie organizzazioni partner, incluso il Center of Theological Inquiry a Princeton”.
Il sacerdote Davison ha scritto: “Sto ricercando e scrivendo un’indagine sui temi principali della fede cristiana – quella che a volte viene chiamata ‘teologia sistematica’ – dal punto di vista della vita altrove nell’universo. Sto pensando al suo rapporto con le dottrine della creazione, del peccato, della persona e dell’opera di Gesù, della redenzione, della rivelazione, dell’escatologia e così via”.
Lo scorso mese di agosto Duilia de Mello, astronoma e professoressa di fisica presso l’Università Cattolica, ha dichiarato di avere vari seminaristi nei suoi corsi di studio che il più delle volte presentano domande teoriche sulla vita aliena nell’universo. De Mello ha così affermato al ‘Washington Post’: “Se siamo i prodotti della creazione, perché la vita non potrebbe evolversi anche in altri pianeti? Non c’è niente che dica il contrario”.
Insomma, scienza e teologia hanno deciso di stringersi la mano e collaborare insieme, con la speranza però che non si arrivi a nuovi scontri e discussioni.