Con oltre due decenni e mezzo per la sua costruzione e un budget di 9,7 miliardi di euro; il telescopio James Webb, il cosiddetto successore del mitico Hubble, sta per orbitare nello spazio, ad una distanza di 1,5 milioni di chilometri nel cosiddetto punto Langrange 2 L2, da dove è possibile offrire una visione completamente nuova dell’universo: dai esopianeti esotici mai visti, alle stelle e alle galassie nate 13.500 milioni di anni fa. Un viaggio che, nonostante i molteplici rinvii subiti nell’ultimo decennio, è partito puntuale, alle 13:20 ora spagnola dalla Guyana francese, con un decollo pulito, senza incidenti. Nella sede di Webb nella Guyana francese, tante decorazioni natalizie, ma volti concentrati per quello che è a tutti gli effetti un lancio storico. “È un momento molto emozionante per tutti noi che ci lavoriamo da tempo“, ha detto Begoña Vila, commossa, astrofisico spagnolo e ingegnere di sistemi presso il Centro di Volo Spaziale Goddard della NASA. ‘‘Stiamo affrontando un momento storico. Questi sono i primi minuti di un viaggio che durerà un mese e in seguito svelerà tanti misteri dell’Universo. Tutto ciò è incredibile”, ha detto il galiziano poco prima che il telescopio si separasse dal suo razzo e scattassero gli applausi dei componenti della torre di controllo. “Si tratta di un telescopio con un livello di complessità mai visto prima“, ha affermato Thomas Zurbuchen, amministratore associato del Science Mission Directorate della NASA, in una precedente conferenza stampa nella quale spiegava come gli ultimi ritardi siano dovuti al rigore dei test, che hanno ritardato la data di decollo. La posizione particolarmente lontana della sua orbita, renderà, infatti, impossibile realizzare qualsiasi tipo di riparazione, a differenza del suo predecessore Hubble che nel corso degli anni è stato ”aggiustato” dalle varie missioni, pertanto tutto deve essere perfetto.
“Si tratta di una missione straordinaria“, ha affermato Bill Nelson, amministratore della NASA, che ha collaborato con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e l’Agenzia Spaziale Canadese (CSA). “È un brillante esempio di ciò che possiamo ottenere quando sogniamo in grande – spiegano gli scienziati – abbiamo sempre saputo che questo progetto sarebbe stato un’impresa rischiosa, ma ovviamente quando vuoi ottenere un grande traguardo, devi correre un grosso rischio. Il James Webb viaggerà in uno spazio di soli 5 metri di diametro nel razzo Ariane 5 di fabbricazione europea”. Nei prossimi giorni, i suoi strumenti cominceranno a funzionare fino a raggiungere le dimensioni approssimative di un campo da tennis (21 metri di larghezza, 14 metri di altezza, più i 6,4 metri del suo enorme specchio, formato da 18 segmenti) in una manovra calcolata quasi al millimetro. Sebbene l’osservatorio impiegherà 29 giorni per raggiungere il punto Langrange 2 L2, nelle prime due settimane dovrà schierare 178 meccanismi in 344 operazioni nelle quali qualsiasi guasto può far deragliare la missione (o almeno il suo pieno potenziale). Per questo la squadra continuerà ad essere sotto stress nell’ambito dei cosiddetti ”14 giorni di terrore”. Il ‘panico’ è iniziato appena 31 minuti dopo il decollo, 2 minuti dopo la separazione con l’Ariane 5. A quel punto, Webb ha dispiegato i suoi pannelli solari, dandogli la forza per continuare il viaggio. Un’ora e mezza dopo è stata la volta dell’antenna, la più potente del telescopio e attraverso la quale trasmetterà alla Terra tutto ciò che scoprirà nelle sue osservazioni, che giungeranno nel periodo di prova successivo al suo arrivo, sebbene il grande pubblico li conoscerà solo dalla seconda metà del 2022. Tuttavia, il nuovo telescopio spaziale ha un grande elemento di vantaggio: l’intero processo può essere regolato di volta in volta dalla Terra. “L’intero processo di distribuzione è sotto stretto controllo dell’uomo“, ha affermato Amber Straughn , scienziata associata al progetto Webb per le comunicazioni presso il Goddard Space Flight Center della NASA nel Maryland. “Ad eccezione del primo paio di schieramenti subito dopo la separazione della navicella, tutte le manovre saranno controllate da qui, assicurandoci che tutto funzioni correttamente“. Nel decennio previsto per il suo funzionamento (estendibile a due) il nuovo telescopio spaziale dovrebbe osservare con una risoluzione mai vista prima il Sistema Solare e lo spazio più lontano, e quindi indietro nel tempo, spingendosi più lontano di quanto non sia mai andata la nostra tecnologia. Senza dubbio, un compito molto ambizioso. Nelle parole di Zurbuchen, il Webb “è la materia di cui sono fatti i nostri sogni”.