Nella grotta di Swidon anche tracce di Neanderthal.
Potrebbe essere la più importante scoperta dell’era glaciale quella realizzata, nel Regno Unito, da un team di archeologi che ha portato alla luce i resti di almeno cinque mammut lanosi e strumenti di pietra realizzati da uomini di Neanderthal. A renderlo noto domenica è la DigVentures, la società incaricata degli scavi in una cava a Swindon, a circa 90 chilometri a ovest di Londra. Secondo i dettagli pubblicati dall’azienda, durante le stagioni di scavo del 2019 e del 2021, sono stati recuperati gli scheletri di cinque esemplari di mammut dell’era glaciale, due adulti, due giovani e un neonato; una specie che popolava il nostro pianeta verso la fine di un periodo caratterizzato da clima mite e temperature alte, noto come MIS7, ovvero tra 210.000 e 220.000 anni fa.
Sono state scoperte, inoltre, zanne, ossa delle zampe, costole e vertebre appartenenti a una specie di mammut delle steppe, più piccolo di quello lanoso, oltre ad ali di coleottero e fragili gusci di lumaca d’acqua dolce. Gli scienziati hanno trovato, inoltre, prove materiali che la stessa cava fosse stata occupata dagli uomini di Neanderthal, dopo aver trovato una serie di strumenti di selce, come asce, coltelli e raschietti, che si ritiene siano stati utilizzati per tagliare la carne e pulire le pelli degli animali. Intanto i ricercatori continuano a esplorare il motivo per il quale sono stati trovati così tanti resti di mammut nel sito. L’obbiettivo è la ricerca di segni di taglio o graffi sulle ossa, così da determinare se le creature preistoriche fossero morte per cause naturali, cacciati o usati come cibo dai Neanderthal.