Il fenomeno si è verificato durante un periodo di disturbo geomagnetico che ha messo a rischio la sopravvivenza delle specie animali e vegetali.
Circa 41.000 anni fa l’aurora boreale comparve poco lontano dall’equatore e non al polo nord come accade oggi. Ciò si è verificato durante un disturbo geomagnetico noto come ”Escursione di Laschamp”, che ha indebolito la magnetosfera terrestre. A spiegarlo è una ricerca presentata da Agnit Mukhopadhyay durante la conferenza annuale dell’American Geophysical Union e citata da Live Science. Durante la ricerca, lo studioso e i suoi colleghi hanno utilizzato una serie di variabili (come misurazioni magnetiche residue di antichi sedimenti rocciosi, dati sull’attività vulcanica e simulazioni delle interazioni della magnetosfera con il vento solare) per modellare la posizione delle aurore e le loro caratteristiche.
Secondo i risultati della simulazione, la magnetosfera si è ridotta a circa 3,8 volte il raggio della Terra durante questo periodo di perturbazione geomagnetica, facendo spostare i poli magnetici verso l’equatore, tanto da far apparire il fenomeno luminoso a quelle latitudini. Ma per Mukhopadhyay gli effetti della perturbazione non si sono limitati all’apparizione dell’aurora. L’evento di Laschamps, infatti, potrebbe aver innescato una catastrofe ambientale mettendo avrebbe a repentaglio l’abitabilità della Terra a causa delle radiazioni prodotte dal Sole e giunte sul nostro pianeta senza il filtro dello scudo magnetico.