Un effetto inaspettato sull’evoluzione del Morbo di Alzheimer scoperto nel Viagra.
Il monitoraggio su larga scala, effettuato da un team di scienziati americani, ha rivelato come l’uso del sildenafil, il componente principale del Viagra e di altri farmaci usati per trattare la disfunzione erettile, potrebbe ridurre il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer di quasi il 70%. Nel 2020, gli scienziati avevano già dimostrato come il sildenafil avesse un effetto collaterale inaspettato attivando i proteasomi: ”fabbriche cellulari” per riciclare proteine non necessarie o difettose. Questo può ridurre l’accumulo di placche amiloidi, risultato dell’accumulo di una proteina nello spazio extraneuronale caratteristico dell’Alzheimer e di altre forme di demenza, impedendo una corretta connessione tra i neuroni.
Ora, un team del Cleveland Clinics Institute for Genomic Medicine, guidato da Feixiong Cheng, ha utilizzato la metodologia computazionale per selezionare e convalidare più di 1.600 farmaci approvati dalla Food and Drug Administration (FDA) come potenziali terapie per la malattia. La loro analisi di un database di oltre 7 milioni di cartelle cliniche anonime ha determinato che il sildenafil è associato a una riduzione del 69% dell’incidenza della malattia di Alzheimer, secondo i risultati pubblicati su Nature Aging. “In particolare, abbiamo scoperto che l’uso del sildenafil ha ridotto la probabilità di Alzheimer nelle persone con malattia coronarica, ipertensione e diabete di tipo 2, tutte comorbidità significativamente associate al rischio di malattia“, ha affermato il dott. Cheng. L’effetto del sildenafil sull’Alzheimer è stato confermato da semplici esperimenti con colture cellulari: in presenza del composto, le cellule cerebrali crescono più velocemente, mentre i processi caratteristici della neurodegenerazione, al contrario, risultano più lenti.
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