Alla Cbs News John Hyten, vice capo di Stato maggiore della Difesa americana, ha spiegato perché il test ipersonico condotto dalla Cina potrebbe generare la stessa urgenza prodotta dal lancio dello Sputnik sovietico nel 1957.
Il vicepresidente del Joint Chiefs of Staff statunitense, il generale John Hyten, ha parlato martedì del test di una presunta arma ipersonica, che la Cina avrebbe effettuato la scorsa estate, e del pericolo che potrebbe rappresentare per il suo paese. “Hanno lanciato un missile a lungo raggio“, ha spiegato il militare in un’intervista a CBS News. “Ha fatto il giro del mondo ed ha rilasciato un veicolo ipersonico che ha raggiunto la Cina, colpendo un bersaglio”, ha aggiunto. Ma quando gli è stato chiesto se effettivamente avesse soddisfatto le aspettative degli ideatori, il militare ha risposto: “In parte; è caduto a 38 chilometri dall’obiettivo‘”. A differenza dei missili balistici intercontinentali, che viaggiano in un arco prevedibile e possono essere tracciati da radar a lungo raggio, un‘arma ipersonica si muove molto più vicino al suolo, rendendone difficile il rilevamento. Vengono trasportati in veicoli che possono volare in planata spostando la parte finale della caduta balistica a velocità ipersonica portando testate convenzionali e nucleari. Il caso è emerso a metà ottobre, quando il Financial Times ha annunciato il lancio di un vettore con capacità nucleare, capace di superare l’atmosfera e rientrarvi a gran velocità sorprendendo l’intelligence statunitense. Per il capo dello Stato maggiore congiunto degli Stati Uniti, il generale Mark Milley, il test cinese è paragonabile al lancio del primo satellite artificiale da parte dell’URSS avvenuto nel 1957, che diede ai sovietici un importante vantaggio nella corsa allo spazio in quel momento. In questo caso il vantaggio della Repubblica Popolare riguarderebbe la tecnologia dei missili ipersonici, con la Cina in netto vantaggio sugli USA, visto che il primo lancio risale al 2017.
Immediata la smentita di Pechino che, attraverso le parole di Zhao Lijian, portavoce del ministero degli Esteri, ha spiegato come non si fosse trattato di un missile ipersonico, ma di “un veicolo spaziale” e di “una prova di routine per verificare la tecnologia riutilizzabile”. “Ciò che vorrei ribadire è che il test riportato da alcuni media era un test di routine di un veicolo spaziale per testare la tecnologia di riutilizzo dei veicoli spaziali“, hanno spiegato da Pechino. Il test sarebbe solo uno degli ultimi condotti dalla Cina negli ultimi cinque anni nell’ambito di un progetto che prevede lo sviluppo di questa nuova tecnologia.