Per gli scienziati è contenuto nella regolite che ricopre la superficie del nostro satellite.
John Grant, docente di scienze del suolo alla University of Southern Cross (Australia), ha pubblicato il 10 novembre un articolo sulla rivista The Conversation in cui spiega come il suolo della Luna presenti enormi riserve di minerali ricchi di ossigeno, nonostante in atmosfera il gas non è presente in quantità adatte a sostenere la vita vegetale e animale. Il terreno è, infatti, ricco di minerali come silicio, alluminio, ossidi di ferro e magnesio. Si tratta di sostanze che contengono tutte ossigeno, ma naturalmente non in forma gassosa. Per Grant il processo di estrazione di ossigeno da questi minerali è semplice “ma c’è un problema: consuma molta energia“. “Per essere sostenibile, dovrebbe essere supportato dall’energia solare o da altre fonti energetiche disponibili sulla Luna“, aggiunge lo scienziato.
La regolite lunare (insieme di minerali che costituiscono il suo strato roccioso superiore) può essere separata dall’ossigeno mediante elettrolisi, un processo che sulla Terra è comunemente usato nella fabbricazione dell’alluminio. In tal caso, sottolinea Grant, l’ossigeno viene prodotto come sottoprodotto, mentre “sulla Luna sarebbe il prodotto principale e l’alluminio (o altro metallo) estratto sarebbe un sottoprodotto comunque utile“.Questo processo, su larga scala, richiederebbe attrezzature industriali pesanti per convertire l’ossido di metallo solido nella sua forma liquida, applicando calore o combinandolo con solventi o elettroliti. “Abbiamo la tecnologia per farlo sulla Terra, ma spostare la struttura sulla Luna e generare abbastanza energia per farlo funzionare sarà una grande sfida” , riconosce lo scienziato, che assicura che la regolite del nostro satellite naturale potrebbe contenere abbastanza ossigeno milioni di persone vivono per 100.000 anni. L’articolo di Grant segue un accordo firmato dalla NASA e dall’Agenzia spaziale australiana, lo scorso ottobre, per inviare un rover sulla Luna con l’obiettivo di raccogliere rocce e cercare di estrarre da esse ossigeno ”respirabile”. D’altra parte, all’inizio di quest’anno la startup Space Applications Services (con sede in Belgio) ha annunciato la costrizione di tre reattori sperimentali per migliorare il processo di produzione di ossigeno attraverso l’elettrolisi. Questa nuova tecnologia potrebbe essere inviata sulla Luna nel 2025, nell’ambito della missione In Situ Resource Utilization (ISRU) dell’Agenzia spaziale europea.