Secondo gli esperti l’elemento è apparso subito dopo il Big Bang ed è stato prodotto da stelle vissute e morte molto rapidamente.
Il fluoro, l’elemento che si trova nelle nostre ossa e nei nostri denti, è stato forgiato nelle stelle in modalità e tempi che, fino ad oggi, non erano chiare agli scienziati. Ora, grazie ad un team internazionale di esperti, sappiamo che la sostanza si trova anche a 12,3 miliardi di anni luce, in una galassia lontanissima. La scoperta, pubblicata su Nature Astronomy, implica che il fluoro ha fatto la sua comparsa in tempi relativamente vicini al Big Bang. Con l’aiuto dell’Atacama Large Millimeter / submillimeter Array (ALMA), i ricercatori hanno osservato il fluoro, sotto forma di acido fluoridrico, nelle grandi nubi di gas della galassia NGP -190387, una formazione che risale a quando l’Universo aveva solo 1,4 miliardi di anni, circa il 10% della sua età attuale. In passato, si credeva che le stelle un po’ più massicce del nostro Sole, chiamate stelle giganti del ramo asintotico, fossero quelle che producessero il fluoro. “Ma il problema è che queste stelle impiegano molto tempo per generare grandi quantità fluoro, molto più degli 1,4 miliardi di anni che separano il Big Bang, dalla nascita di questa stella. Insomma ciò non spiegherebbe completamente la quantità osservata in NGP-190387“, dichiara il ricercatore. Poiché le stelle espellono gli elementi che formano nei loro nuclei quando raggiungono la fine della loro vita, questa rilevazione implica che le stelle che hanno prodotto il fluoro devono essere vissute e morte in tempi molto rapidi. Ed è questo che ha portato il team sulle tracce delle stelle di Wolf-Rayet, oggetti molto massicci che vivono solo pochi milioni di anni; un battito di ciglia nella storia dell’Universo. I ricercatori ritengono che queste stelle siano i siti di produzione più probabili per il fluoro.
“Le stelle Wolf-Rayet sono molto luminose, di massa molto elevata (più di 20 masse solari) e alla fine esplodono come supernove. Generano venti intensi grazie ai quali gli elementi chimici formati al loro interno vengono espulsi in modo efficiente e contribuiscono in modo significativo all’arricchimento chimico del mezzo interstellare”, indica González Alfonso, il cui lavoro è consistito principalmente nel determinare quanto fluoruro di idrogeno contiene la galassia osservata. “Abbiamo dimostrato che le stelle di Wolf-Rayet, che sono tra le stelle più massicce conosciute e possono esplodere violentemente quando raggiungono la fine della loro vita, ci aiutano, in un certo senso, a mantenere una buona salute dentale!” scherza Franco Maximilien, dell’Università dell’Hertfordshire nel Regno Unito e leader dello studio.