Il fenomeno potrebbe essere provocato dalla presenza di vulcani.
Quattro eruzioni particolarmente violente si sono susseguite, nel giro di poche ore, sulla cometa 29P/Schwassmann-Wachmann, facendo aumentare la luminosità dell’oggetto di oltre 250 volte, un picco tale da renderla visibile anche con i telescopi amatoriali, nella costellazione dell’Auriga. “In 56 ore abbiamo registrato cinque eruzioni, in maniera molto rapida, dando origine ad un’unica super esplosione”, le cui conseguenze sono ancora osservabili. “L’attuale esplosione, ha avuto inizio il 25 settembre scorso e sembra essere la più potente degli ultimi 40 anni“, ha dichiarato l’astronomo Richard Miles della British Astronomical Association (BAA). Miles, autore di diverse ricerche su questo corpo celeste, ha avanzato varie ipotesi sulle cause degli eventi registrati: tra cui l’attività di alcuni vulcani ghiacciati.
Individuata per la prima volta nel 1927, 29P è una cometa larga circa 60 chilometri che orbita tra Giove e Saturno in una traiettoria quasi circolare. Nell’ambito di una ricerca pubblicata cinque anni fa, Miles ha osservato i dati di quasi dieci anni di eruzioni, scoprendo come l’oggetto ruotasse ogni 57,7 giorni e che i camini vulcanici maggiormente attivi si trovano, per la gran parte, su un solo lato. Secondo lo scienziato inglese, si tratta di vulcani ghiacciati, dai quali non fuoriesce lava ma un misto di idrocarburi liquidi simili a quelli scoperti su Titano, il satellite che orbita intorno a Saturno. Conosciuta con il nome di criomagma, questa sostanza conterrebbe polvere, monossido di carbonio e azoto molecolare, che rimarrebbero intrappolati al di sotto della crosta superficiale della cometa, fino ad esplodere non appena trovano una apertura.