Il paese è alle prese con la più grave crisi energetica di sempre.
È un blackout totale, e che potrebbe durare diversi giorni, quello che sta vivendo il Libano. All’origine della crisi energetica del paese dei Cedri è la mancanza di combustibili per i due principali impianti del Paese, Al-Zahrani e Deir Ammar. Il blocco delle centrali ha provocato un calo improvviso della produzione di energia di 200 megawatt. Intanto gli addetti dell’Electricité du Liban, l’azienda che si occupa della distribuzione dell’energia elettrica, stanno realizzando delle manovre per ricostruire manualmente la rete elettrica, in mancanza del centro di controllo nazionale devastato dall’esplosione del porto del 4 agosto dell’anno scorso. Ma non è la prima volta che il paese vive una situazione di questo tipo, negli ultimi tempi. Un blackout totale venne registrato durante il voto di fiducia del Parlamento al nuovo governo guidato dal premier Najib Miqati.
Da alcune settimane la crisi energetica del Libano è diventata drammatica con blackout in tutto il paese mentre molti cittadini si vedono costretti all’utilizzo di generatori privati. La compagnia energetica di stato è in grado di produrre meno di 500 megawatt dall’olio combustibile che viene fornito dall’Iraq, paese con cui ha stretto un accordo in base alla quale ottiene un milione di tonnellate di combustibile all’anno viene scambiato in cambio di beni e servizi. Ciò non ha evitato al paese ben sette blackout nel solo mese di luglio e quello di oggi, forse il più lungo che il paese abbia mai registrato.