Grazie ai campioni raccolti dalla missione Chang’e-5 gli esperti hanno confermato come sul nostro satellite l’attività eruttiva risalga ad un passato più recente di quanto previsto.
I minuscoli frammenti di basalto lunari trasportati sulla Terra grazie a Chang’e-5 sono i primi campioni del nostro satellite giunti sul nostro pianeta, da mezzo secolo. L’area nella quale è allunata la missione prende il nome Oceanus Procellarum, una vasta zona composta da lava solidificata, prodotta da un’antica eruzione. Ora, grazie alle analisi dei campioni portati a terra, sono emersi dati molto interessanti sul passato della Luna: il satellite ha presentato vulcani attivi fino a due miliardi di anni fa, quindi molto più tardi rispetto alle stime precedenti. I nuovi dati, riportati sul sito Science dagli esperti dell’Università di Washington di St. Louis e dall’Accademia Cinese delle Scienze Geologiche riguardano, nello specifico, due frammenti di basalto, datati attraverso gli isotopi del piombo. Gli studiosi sono, così, stati in grado di scoprire come le rocce si sono formate, attraverso la lava eruttata 2 miliardi di anni fa, molto più recentemente rispetto agli altri campioni lunari vulcanici rilevati in passato. Secondo gli scienziati l’attività vulcanica tardiva è legata inevitabilmente ad una fonte di calore interna.
“Dire che si tratti di rocce ‘giovani’ appare relativo – dichiara Brad Jolliff, esperto che ha effettuato l’analisi delle rocce ”Tutte le rocce di origine vulcanica, raccolte attraverso le missioni Apollo, risalivano ad oltre 3 miliardi di anni – continua lo studioso – mentre i crateri da impatto, precisamente datati, hanno un’età di circa un miliardo di anni. Pertanto i campioni della missione cinese colmano uno ”buco temporale” non solo per analizzare storia della Luna, ma anche degli altri corpi celesti di natura rocciosa presenti nel Sistema Solare“. La formazione della Luna risale a circa 4,5 miliardi di anni, un’età simile al nostro pianeta, ma a differenza della Terra non ha subito processi di erosione e lo sviluppo di montagne, che, di solito, eliminano i crateri col passare del tempo. Il gruppo di Jolliff sta ora verificando i campioni di regolite lunare per individuare dei frammenti prelevati da giovani crateri che, come Aristarco, potrebbero essere utili a determinare il periodo di formazione di queste rocce e il tipo di materiali presenti in altri siti da impatto.