Quando nel 1427 i navigatori portoghesi raggiunsero le Azzorre, trovarono un arcipelago privo di presenza umana. Le nuove ricerche hanno consentito di stabilire, però, la presenza di un antico popolo di origine europea.
Secondo la cronologia ufficiale le isole Azzorre furono raggiunte dall’uomo solo nel 1427, quando i portoghesi arrivarono sull’isola di Santa María, alla ricerca di nuove rotte per le Indie. Quegli antichi colonizzatori non incontrarono altri umani nel loro viaggio, perciò si presumeva che, fino a quella data, l’arcipelago fosse stato disabitato. Ma un nuovo studio ha rivelato un’interessante sorpresa: sulle isole erano giunti uomini, almeno 700 anni prima di quanto si pensasse. I risultati sono stati appena pubblicati sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences” (PNAS). Il lavoro si è concentrato sulla ricostruzione di quando, come e in quali condizioni climatiche le Azzorre furono abitate per la prima volta, analizzando in particolare campioni di sedimenti raccolti in vari laghi delle isole di San Miguel, Pico, Terceira, Flores e Corvo. In questi resti, i ricercatori hanno trovato la presenza di steroli, una sostanza presente nelle feci dei mammiferi, compreso l’uomo. Sono stati presi in considerazione anche i funghi coprofili, che normalmente vengono consumati accidentalmente da animali erbivori e onnivori, ma le cui spore sono così resistenti che, dopo essere state espulse, germogliano successivamente nelle feci. “L’intestino dei mammiferi produce un’abbondanza di steroli e stanoli fecali che vengono ben conservati nei sedimenti lacustri e sono un indicatore unico e inequivocabile della presenza di grandi mammiferi in alcuni periodi del passato“, afferma lo scienziato Timothy Shanahang dell’Università del Texas ad Austin (USA) e coautore del lavoro. “Inoltre, i composti prodotti dall’intestino umano (ricco di coprostanolo) e dal bestiame (ricco di stigmastanolo) sono diversi, e ci consentono di distinguerli“.
Un ulteriore indizio che ha consentito agli esperti di risalire alla presenza umana è la sostanziale impossibilità che i grandi mammiferi possano aver raggiunto le isole, collocate al centro dell’Oceano Atlantico e ben lontane da altre coste. “La presenza di coprostanolo nei sedimenti può essere attribuita alla presenza dell’uomo mentre quella dello stigmastanolo ai ruminanti, come mucche, capre o pecore“, sottolinea Santiago Giralt, ricercatore presso Geosciences Barcelona. Ma se i portoghesi non furono i primi a mettere piede su quelle isole, allora chi erano quei misteriosi antichi coloni? Gli autori ritengono che queste persone provenissero dal nord Europa e che avessero approfittato delle buone condizioni meteorologiche per navigare verso le isole tra il 700 e l’850 dC, alla fine dell‘Alto Medioevo. Per giungere a questa conclusione, i ricercatori hanno effettuato diverse simulazioni del clima di quel tempo che, sommate ad altri precedenti studi archeologici e genetici, li hanno portati a creare l’ipotesi che i primi colonizzatori delle Azzorre fossero i popoli nordici del nordest dell’Europa che incontrarono venti di nord-est e indeboliti venti di ovest nella loro navigazione che li sospinse a circa 1.450 chilometri di distanza dalle coste europee. “A causa della rotazione della Terra – spiega Giralt – l’Oceano Atlantico è dominato da venti provenienti da ovest che si rafforzano o si attenuano a seconda della principale modalità climatica che regola la circolazione atmosferica dell’emisfero settentrionale e cioè l’Oscillazione Atlantica del Nord”.