Il Sole continua a generare esplosioni di massa coronale che riservano possibili conseguenze al nostro pianeta. L’ultima si è originata dalla macchia solare identificata come AR2871 e fa seguito a quella che, solo pochi giorni fa (il 27 settembre) ha sfiorato la Terra. In questo caso invece sembra più certa la sua traiettoria e la collisione con il campo magnetico terrestre, che potrebbe verificarsi nella giornata del 1 ottobre. Dunque se il 27 settembre “l’incontro” vero e proprio non c’è stato, il nuovo evento scaturito da una macchia solare in decadimento e avvenuto il 28 settembre alle 8.34 ora italiana ha prodotto un brillamento solare di classe C2 la cui massa coronale proiettata fuori dal Sole dall’onda d’urto dovrebbe interessare la Terra.
Cosa ne consegue? Stando ai dati raccolti dall’Osservatorio solare ed eliosferico e alla National Oceanic and Atmospheric Administration, sono possibili, a partire dal primo giorno di ottobre, tempeste geomagnetiche di classe G1. Si tratta del livello più debole su una scala da 1 a 5 ma comunque da monitorare in quanto potrebbero andare a creare interferenze nelle comunicazioni radio con, inoltre, la concreta possibilità di generare aurore. Il Sole è ormai vicino al massimo solare, considerata la parte più attiva di un ciclo della durata di 11 anni e si prevede un progressivo aumento dell’attività solare con tempeste sempre più intense ed un incremento delle espulsioni di massa coronale. Il ciclo si concluderà a luglio 2025, quando avrà inizio l’avvicinamento ad un nuovo minimo solare.