Il corpo celeste ruota ad una distanza molto ridotta dalla debole stella rossa Barnard.
Una ricerca sull’esopianeta scoperto in orbita intorno alla stella di Barnard ha ipotizzato come possa avere le condizioni favorevoli per ospitare forme di vita. Considerata come la stella singola più vicina al Sole, e da poco come anche il sistema stellare più vicino, Barnard è una nana rossa di sequenza principale, collocata nelle costellazione dell’Ofiuco. La stella dista a soli 5,96 anni luce da noi. Nel novembre del 2018 un team di astronomi annunciò di aver individuato un pianeta roccioso, indicato con il nome di Barnard b (o GJ 699 b). Il corpo celeste, secondo gli esperti dell’Università di Villanova, ha una temperatura media molto bassa, intorno ai 170 gradi sotto zero, ma potrebbe comunque ospitare forme di vita allo stato primitivo. Orbitante alla stessa distanza che separa Mercurio dal Sole, Barnard b si caratterizza per temperature basse a causa delle caratteristiche della stella di riferimento, una nana rossa fioca e poco calda. Il clima del pianeta è dunque molto freddo e la distanza tra il pianeta e la stella è al limite della zona abitabile, nella quale il corpo celeste riesce comunque a mantenere l’acqua al di sopra del punto di congelamento. In ogni caso, affinché il pianeta resti abitabile, è necessaria la presenza di una fonte di calore interna; un nucleo caldo di ferro che nichel, come sul nostro pianeta.
La presenza di un riscaldamento geotermico consentirebbe la presenza di zone vitali al di sotto della superficie, come accade in Antartide e forse sul satellite di Giove Europa, la cui superficie ghiacciata nasconderebbe un vasto oceano riscaldato dalle maree. In ogni caso affinché la vita possa sopravvivere in forme microbiotiche su Barnard b (o GJ 699 b) è necessario che il pianeta abbia una fonte indipendente di energia. Durante i 9 miliardi di esistenza il corpo celeste è stato oggetto di forti radiazioni che ne hanno eliminato l’atmosfera e l’acqua allo stato liquido, perciò la vita potrebbe concentrarsi solo in poche aree ”protette” dalle tempeste stellari.