All’interno dei campioni, probabilmente di origine vulcanica, sono stati scoperti sali che potrebbero contenere “piccole bolle dell’antica acqua marziana”.
Arrivano i primi dati sui campioni di roccia raccolti da Perseverance sul pianeta rosso. Ad annunciarlo, ieri, è la NASA spiegando come le tracce analizzate ”rivelano un ambiente potenzialmente abitabile“. Dopo un tentativo fallito ad agosto, il 6 settembre Perseverance è riuscito nel suo obiettivo estraendo il suo primo campione di roccia marziana, a cui gli esperti hanno dato il nome Montdenier, da una roccia identificata, invece, come ‘Rochette‘. Due giorni dopo, il rover ha ottenuto un secondo campione, Montagnac, dalla stessa roccia. “Sembra che le nostre prime rocce rivelino un ambiente passato sostenibile e potenzialmente abitabile”, ha detto Ken Farley, scienziato della missione. “È importante che ci sia stata acqua per molto tempo nell’area”, ha, poi, sottolineato.
La “Rochette” è di composizione basaltica e potrebbe rappresentare il prodotto di antiche colate laviche. All’interno dei campioni sono stati scoperti anche dei sali che potrebbero contenere “piccole bolle di acqua antica marziana“. Giunta sulla superficie di Marte nel febbraio del scorso, Perseverance ha il compito di cercare segni di antica vita microbica su Marte raccogliendo campioni di roccia, che saranno portati sulla Terra durante una missione congiunta della NASA e dell’Agenzia Spaziale Europea, pianificata per il 2030. “Questi campioni sono di grande valore per future analisi di laboratorio sulla Terra”, ha dichiarato un altro scienziato del programma di missione, Mitch Schulte. “Un giorno – ha spiegato l’esperto – potremmo essere in grado di determinare la sequenza e la tempistica delle condizioni ambientali testimoniate dai minerali in questa roccia. Ciò contribuirà a rispondere al quesito riguardo la presenza stabile di acqua liquida sul pianeta“.