Il virus ha un tasso di mortalità fino al 75% e non ha ancora cure.
12 persone sono state infettate dal virus Nipah, in India, dove un ragazzo di 12 anni è morto domenica scorsa, come annunciato lunedì dal ministro della Sanità del Kerala, Veena George. Subito dopo il decesso, le autorità hanno iniziato a tracciare i contatti del defunto e al momento la lista comprende già 251 persone, 54 delle quali considerate ”ad alto rischio”. Ma cos’è il virus Nipah e come si trasmette? Scoperto nel 1999 in Malesia, dove infettò circa 300 persone causando 100 morti, il virus ha generato, da allora, diversi focolai anche in Bangladesh ed, appunto, in India. L’ultimo di questi registrato nel paese indiano nel 2018, ha provocato 18 persone infette, 17 delle quali sono morte. L’ospite naturale dell’agente patogeno è considerato la volpe volante, un pipistrello in grado di infettare non solo l’uomo, ma anche gatti, cani, maiali, cavalli, capre e pecore, attraverso il contatto diretto con l’animale o con alimenti contaminati.
Quali sono i sintomi?
Il virus si manifesta con:
febbre,
male alla testa,
dolori muscolari,
vomito,
mal di gola,
vertigini,
sonnolenza,
coscienza alterata.
L’infezione può provocare ”polmonite atipica”, gravi problemi respiratori, encefalite o coma. Secondo l’OMS il tasso di mortalità del virus Nipah è compreso tra il 40 e il 75% un dato impressionante in confronto al tasso di mortalità di SARS-CoV-2, stimato nel 2%; anche se il coronavirus risulta notevolmente più contagioso. Ad oggi non esistono farmaci o vaccini in grado di sconfiggere questo virus.