L’aumento della densità provoca una pressione crescente che schiaccerebbe qualsiasi sonda mentre le temperature la fonderebbero.
I pianeti gassosi come Giove e Saturno si compongono integralmente di gas, collocati in diversi strati ma che, ad oggi, non siamo riusciti ad indagare con una sonda, per le condizioni davvero ostili che presentano le atmosfere dei due corpi celesti. La NASA ha fatto precipitare due sonde spaziali al loro interno: Galileo su Giove e Cassini su Saturno. La presenza di una piccola sonda su Galileo ha consentito di registrare quello che accadeva mentre il veicolo raggiungeva gli strati più interni del gigante gassoso, fino a perdere ogni contatto dopo 150 chilometri. Sorte simile per Cassini, disintegratasi in pochi minuti a causa della forte pressione presente nei gas del Signore degli Anelli.
Neanche i notevoli passi in avanti della tecnologia potranno consentirci di inviare una sonda ancora più in profondità né tanto meno di ”attraversare” uno di questi corpi celesti. A confermarlo è Leigh Fletcher, docente di scienze planetarie all’Università di Leicester. Il motivo è la forte densità, la spaventosa pressione e le crescenti temperature che incontrerebbe un veicolo mentre scende all’interno di un pianeta gassoso. Nelle profondità di Giove, l’idrogeno diventa un metallo liquido, rendendo questa regione “esotica come la superficie del Sole“. Per fare un paragone efficace, basti pensare che nelle Fosse delle Marianne, la zona più profonda del nostro pianeta, la pressione può raggiungere 1.000 bar mentre all’interno di Giove, si supera il milione di bar. In quest’area le temperature, secondo Fletcher, raggiungono le decine di migliaia di gradi. In tali condizioni, un qualsiasi veicolo spaziale si fonderebbe per il calore o verrebbe schiacciato dalla pressione. Insomma, almeno nel prossimo futuro risulta del tutto impossibile attraversare un gigante gassoso.
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