La formazione, che ricopre buona parte della zona equatoriale, è apparsa in tutte le osservazioni effettuate dal 1986.
È da circa trentanni che, su Venere, esiste la “Giant Dark Cloud“, una nuvola di dimensioni impressionanti, in grado di coprire circa un terzo della latitudine del corpo celeste introno alla zona equatoriale. Dopo aver individuato questa particolare formazione meteorologica, gli scienziati sono andati negli archivi delle osservazioni che hanno riguardato il pianeta accorgendosi come la “Giant Dark Cloud” sia apparsa in tutte le registrazioni effettuate negli ultimi trentanni. “Le nuvole, di solito, hanno una durata molto ridotta“, ha spiegato al sito Space.com Kevin McGouldrick, scienziato planetario presso il Laboratory for Atmospheric and Space Physics dell’Università del Colorado Boulder e autore principale della nuova ricerca.
“Osservare una formazione che persiste per trentanni è davvero inusuale“, aggiunge lo scienziato sottolineando come l’osservazione di un fenomeno così persistente non rappresenta ‘‘una cosa di tutto i giorni”. La formazione è stata individuata in varie osservazioni realizzate dal nostro pianeta già dal 1986. Ma oggi, grazie ai dati di Venus Express, che ha analizzato il pianeta per l’Agenzia spaziale europea per ben otto anni e del veicolo spaziale cinese Akatsuki, gli astronomi hanno analizzato a fondo la gigantesca nuvola, comprendendone meglio le caratteristiche inusuali, a partire dalla sua straordinaria durata. Secondo quanto riferito da McGouldrick, un qualsiasi essere umano, ipoteticamente in grado di resistere alle condizioni estreme del pianeta, non sarebbe in grado di notare nessun tipo di differenza quando la nuvola attraverserebbe lo spazio al di sopra della sua testa. Qualsiasi possa essere l’aspetto della Giant Dark Cloud ”dal vivo”, analizzarla da lontano può comunque aiutare gli studiosi a capire meglio i fenomeni che regolano la spessa atmosfera venusiana, ma anche la nostra. Sul pianeta Venere uno spesso strato di nubi e gas avvolge il pianeta, con una presenza massiccia di anidride carbonica che provoca un potente effetto serra che surriscalda il corpo celeste rendendolo il più caldo del Sistema Solare. Le nubi si compongono per lo più di acido solforico che rende invisibile la superficie venusiana dallo spazio.