L’artropode è responsabile della morte tra l’11,1% e il 19,6% dei pulcini della procellaria alpina, una specie che produce solo un giovane all’anno.
Il millepiedi di Phillips Island, un miriapode che può raggiungere fino a 23,5 centimetri di lunghezza, utilizza due antenne ipersensibili per trovare la sua preda, che può inseguire o attaccare inoculando un potente veleno, in grado di paralizzare le vittime mentre vengono mangiate. Per ricostruire la composizione e le proporzioni della dieta del “Cormocephalus coynei”, gli scienziati hanno effettuato una serie di test degli isotopi stabili su campioni di tessuto. I risultati di queste analisi hanno mostrato come il 48% degli animali consumati dal millepiedi sono vertebrati. Di questi, il 30,5% erano rettili, il 9,6% erano pesci marini che altri predatori lasciavano cadere a terra e il 7,9% erano pulcini di procellaria Algrown. Secondo gli autori, i millepiedi sono la principale causa di mortalità tra i piccoli di uccelli marini dell’isola. Si stima che questa specie possa predare tra 2.109 e 3.724 pulcini all’anno, ovvero tra l’11,1% e il 19,6% di tutti i piccoli.
Poiché le procellarie producono un solo uovo all’anno, la predazione della loro prole rappresenta un vero e proprio fallimento riproduttivo per una coppia durante l’anno. “Avevamo prove che i grandi millepiedi mangiassero animali vertebrati in tutto il mondo, ma questa è la prima volta che i millepiedi sono stati individuati come importanti predatori naturali di uccelli marini”, dichiara Luke Halpin, coautore dello studio. Con il loro comportamento i millepiedi riescono ad esercitare un’influenza notevole sulle prestazioni riproduttive dei vertebrati con ricadute ‘‘sulle strutture trofiche e il flusso di nutrienti negli ecosistemi insulari“. La scoperta consente agli esperti di gettare una nuova luce sulle strutture trofiche presenti a Phillips Island, nonché sui processi evolutivi che hanno consentito agli invertebrati di regolare la struttura delle comunità ecologiche, le dinamiche di popolazione e il trasferimento di nutrienti nelle reti trofiche.