I ricercatori della Keele University nel Regno Unito, hanno scoperto migliaia di emissioni radio mai identificate prima.
Gli scienziati hanno identificato molte galassie in cui le stelle si stanno formando a una velocità mai vista prima. Combinando i dati di emissione radio con precedenti osservazioni di raggi X, telescopi ottici e infrarossi, sarà possibile esplorare queste galassie con dettagli straordinari. Secondo le affermazioni rilasciate dal team in un comunicato stampa, il progetto prevede di rilevare circa 40 milioni di galassie, mentre i dati ottenuti verranno utilizzati per fornire ai ricercatori un quadro più chiaro di come le galassie e le loro stelle si sono evolute nel tempo. Questo nuovo studio è stato recentemente pubblicato della Royal Astronomical Society. Il team internazionale di ricercatori ha utilizzato il telescopio Australian Square Kilometer Array Pathfinder (ASKAP) per ottenere un’immagine del settore dell’universo da analizzare alle lunghezze d’onda radio. Ciò ha permesso loro di studiare le strutture stellari al loro interno, ottenendo alcune delle immagini radio più nitide mai registrate dell’area della Grande Nube di Magellano.
La Grande Nube di Magellano è la terza galassia più vicina alla Via Lattea, dopo la galassia nana del Cane Maggiore e la galassia ellittica del Sagittario. Stime astronomiche indicano che conta circa 30 miliardi di stelle, ed è una galassia satellite della Via Lattea che appartiene al Gruppo Locale, il gruppo di galassie in cui si trova la nostra. Durante le analisi, gli astronomi non si sono concentrati esclusivamente sulle emissioni radio ma hanno anche studiato le stelle che formano la struttura della Grande Nube di Magellano, tra cui spicca la Nebulosa Tarantola, considerata la regione di formazione stellare più attiva del Gruppo Locale. La ricerca ha permesso di identificare tutti i tipi di emissioni radio, da quelle delle singole stelle incipienti, a quelle emesse dalle nebulose planetarie che hanno avuto origine dalla morte di stelle. Allo stesso modo gli esperti hanno indicato che mentre identificano abitualmente i segnali provenienti da galassie lontane dai loro buchi neri supermassicci centrali che possono essere rilevati a tutte le lunghezze d’onda, specialmente nelle emissioni radio, ora hanno iniziato a identificare nuove galassie a partire dalle emissioni da processi di formazione stellare, che avvengono ad una velocità insolita. In futuro, utilizzeranno i dati ottenuti per approfondire la ricerca e scoprire le cause di questi processi estremamente veloci di produzione stellare, nonché per far avanzare la comprensione di questioni più generali sulla formazione di stelle e galassie.