Secondo l’Agenzia Spaziale Indiana ”l’accensione criogenica dell’ultimo stadio non è stata realizzata a causa di un’anomalia tecnica pertanto la missione non può essere portata a termine secondo le previsioni”.
Negli ultimi anni l‘India si sta confermando sempre più come una superpotenza nel settore dell’astronomia. Lo dimostra il numero record di satelliti lanciati in orbita, con lo stesso stesso razzo, nel 2017 quando un Polar Satellite Launch Vehicle sviluppato dalla Indian Space Research Organization (ISRO) mandò in orbita addirittura 104 satelliti; un successo storico per il subcontinente. Non è andata altrettanto bene, però, il lancio a Satish Dhawan Space Center dei primi due stadi del GSLV (Geosynchronous Satellite Launch Vehicle) con il razzo che è precipitato in un’area individuata ad ovest della Thailandia.
Con il razzo è esploso anche il satellite, con telescopio all’interno, realizzato con lo scopo di monitorare i fenomeni atmosferici sull’India e che avrebbe dovuto posizionarsi a 36.000 chilometri. Poche le parole rese note alla stampa dall’agenzia spaziale indiana: ‘L’accensione criogenica dell’ultimo stadio non è stata realizzata a causa di un’anomalia tecnica pertanto la missione non può essere portata a termine secondo le previsioni”.