In molti cercano di sfuggire al clima torrido di Jacobabad, in Pakistan, nei mesi estivi riparandosi in altri centri abitati. A Ras al-Khaima le piogge artificiali tentano di limitare il problema.
In un documento pubblicato dal Sixth Assessment Report, un team di studiosi del Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (Ipcc) ha delineato un futuro a tinte fosche per il nostro pianeta con un temperature sempre maggiori, possibili estinzione di animali, epidemie, crollo degli ecosistemi, e centri abitati costieri minacciati dal mare. Ma quelle che potrebbero sembrare come previsioni allarmistiche, sono, in alcuni luoghi, già la triste realtà. È ciò che accade a Jacobabad, in Pakistan, e nell’emirato di Ras al-Khaima, sulle coste del Golfo Persico. Queste due città hanno raggiunto, più volte, una temperatura che gli scienziati ritengono come ”non compatibile con la sopravvivenza dell’uomo”. Il nostro corpo, grazie alla termoregolazione, è in grado di resistere a temperature molto alte, anche superiori ai 60 gradi, o addirittura, per brevissimi periodi, i 100, ma a condizione che che l’aria risulti sufficientemente secca e consenta l’evaporazione del sudore attraverso un meccanismo che rinfresca il corpo. Nel caso in cui vengano superati i 35 gradi e l’umidità superi il 90%, il meccanismo si ferma e la temperatura del corpo comincia ad alzarsi. A questo punto possono insorgere problemi alla vista, vertigini e disturbi neurologici fino al coma, alle convulsioni e a complicanze cardiache e renali.
È ciò che sta accadendo a Jacobabad, nella provincia pakistana del Sindh che con i suoi 200mila abitanti è esposta a temperature sempre più torride, vista la particolare collocazione del centro abitato che si trova proprio in corrispondenza del Tropico del Cancro, dove i raggi del Sole la colpiscono perpendicolarmente nel solstizio d’estate. Negli ultimi anni, però, la situazione sta velocemente peggiorando con l’aria umida dal mar Arabico che aumenta la temperatura percepita ai 52 gradi. Nei periodi estivi non si contano i blackout e i ricoveri per infarto, visto che in pochi possono permettersi l’aria condizionata in casa. L’altra città ad aver sfondato la soglia dei 52 gradi, ritenuta dagli esperti invivibile, è Ras al-Khaima, uno dei sette emirati che compongono gli Emirati Arabi Uniti. In questo caso le autorità hanno provveduto, in diverse occasioni, a riprodurre dei temporali artificiali grazie all’utilizzo dei droni.