La presenza all’interno di una quantità di spazio vuoto pari a circa il 35% spinge gli esperti a pensare ad un cumulo di detriti piuttosto che ad un oggetto compatto.
L’asteroide Psiche 16, il cui valore supera stimato supera di migliaia di volte l‘intera economia globale a causa della presenza massiccia di metalli, potrebbe effettivamente essere, invece, un “mucchio di detriti”, secondo le stime di un nuovo studio pubblicato sulla rivista The Planetary Science Journal. Il corpo celeste, che prende il nome dalla dea della mitologia greco-romana, si costituisce da una lega di metalli diversi, venne scoperto nel 1852 dall’osservatorio di Capodimonte a Napoli, e rimane ancora un mistero per gli astronomi. Con i suoi 225 chilometri di diametro, Psyche è uno degli oggetti più massicci della Fascia Principale degli asteroidi che orbita tra Marte e Giove. La scienziata americana Lindy Elkins-Tanton, uno dei principali investigatori della missione Psyche della NASA, ha calcolato nel 2017 che il ferro che contiene da solo varrebbe circa 10.000 quadrilioni di dollari sulla Terra. Tuttavia, il nuovo studio condotto dal ricercatore David Cantillo, dell’Università dell’Arizona, suggerisce come l’asteroide sia composto per l’82,5% da metallo, dal 7% di pirosseno a basso contenuto di ferro e dal 10,5% di condrite carboniosa, quest’ultima sostanza probabilmente giunta sull’oggetto a causa dell’impatto con altri corpi celesti. Ma la ricerca ha rivelato anche un altro aspetto di Psyche 16 che ha sorpreso non poco gli esperti: la presenza all’interno di una quantità di spazio vuoto pari a circa il 35%.
Si tratta di stime che differiscono dalle precedenti analisi realizzate sulla composizione della roccia, secondo le quali potrebbe contenere fino al 95% di metallo ed essere molto più densa. “Il calo del contenuto metallico e della densità apparente è interessante – spiegano gli autori della ricerca – perché mostra come Psyche 16 possa essere un ”mucchio di detriti” piuttosto che un asteroide’‘. Un cumulo di frammenti che orbitano nello spazio rappresenterebbe senza dubbio un obbiettivo meno alla portata delle future missioni spaziali che erano state ipotizzate nel recente passato.