Il ”vaso delle maledizioni” è stato scoperto nelle profondità di un negozio nell’agorà cittadina.
Un vaso di ceramica di 2.300 anni, riempito con ossa di pollo, era probabilmente parte di un‘antica maledizione per paralizzare e uccidere 55 persone nell’antica Atene, secondo un team di archeologi che ha realizzato la scoperta sotto il pavimento di un edificio nell’Agorà. “Il vaso conteneva la testa smembrata e gli arti inferiori di un giovane pollo“, ha scritto in un articolo pubblicato sulla rivista Hesperia Jessica Lamont, docente di scienze classiche alla Yale University. Realizzato intorno al 300 a.C, il vaso veniva bucato da un grosso chiodo in ferro. “La superficie esterna del vaso era originariamente ricoperta da iscrizioni; un tempo conteneva oltre 55 nomi incisi, dozzine dei quali ora sopravvivono solo come lettere sparse, fluttuanti o deboli tratti“. Sia i chiodi che il pollo avevano un ruolo importante nel rito. Ricorrenti nelle antiche maledizioni, i chiodi “avevano una forza inibente e simbolicamente erano in grado di immobilizzare o trattenere le facoltà delle vittime”.
Il pollo, che non aveva più di 7 mesi quando è stato ucciso, era la trasposizione, invece, della vittima del’oggetto della maledizione “incapace di proteggersi”. La presenza della testa e della parte inferiore delle zampe del pollo nel barattolo suggerisce che “storcendo e perforando la testa e le zampe inferiori del pollo, i compositori della maledizione hanno cercato di inabilitare l’uso di quelle stesse parti del corpo nelle loro vittime“, ha aggiunto Lamont. Lo stile della grafia sul barattolo suggerisce che almeno due persone abbiano scritto i nomi:”Era certamente composto da persone con una buona conoscenza su come lanciare una potente maledizione“. Il motivo per cui si sono presi la briga di creare una maledizione così elaborata non è certo, ma secondo gli esperti è probabile che si sia trattato di un caso legale. “Il solo numero di nomi rende una disputa legale imminente lo scenario più probabile“, ha scritto Lamont, osservando che “i compositori di maledizioni potrebbero citare tutti gli avversari immaginabili nelle loro maledizioni, inclusi i testimoni, le famiglie e i sostenitori dell’opposizione”. I processi erano comuni all’epoca ad Atene e galvanizzavano molto il pubblico. La posizione del barattolo, un edificio utilizzato da artigiani, suggerisce che la causa potrebbe aver coinvolto una controversia di tipo lavorativo. Un’altra possibilità è che la maledizione sia collegata al conflitto ad Atene avvenuto dopo la morte di Alessandro Magno nel 323 a.C. quando il suo impero crollò e i suoi generali e funzionari combatterono tra loro per conquistare il potere, in un periodo tormentato da guerre, assedi e mutevoli alleanze politiche.