L’istituto, gestito dalla Chiesa cattolica, era frequentato da bambini nativi. L’obbiettivo della struttura era di rimuovere i figli dalle famiglie degli indigeni per assimilarli alla cultura dominante.
I resti di un totale di 215 bambini, alcuni di appena tre anni, sono stati scoperti giovedì su un terreno adiacente a un vecchio collegio per indigeni in Canada. Si tratta di un’antica struttura situata nella cittadina di Kamloops, nella provincia della British Columbia. Il ritrovamento è stato reso noto dai rappresentanti del gruppo indigeno Tk’emlúps te Secwépemc, dopo che uno specialista, assunto da quel popolo indigeno, ha confermato la presenza di resti umani nel terreno. I risultati preliminari dell’indagine dovrebbero essere resi noti il prossimo mese. Nel frattempo, le organizzazioni di nativi, supportati da un medico legale e da diversi esperti, cercheranno di fare luce sulla scoperta e trovare possibili dati nei registri dei decessi. ‘‘La notizia del ritrovamento di resti umani nell’ex collegio di Kamloops mi spezza il cuore – ha dichiarato il presidente Justin Trudeau – è un doloroso ricordo di quel capitolo oscuro e vergognoso della storia del nostro Paese. Penso a tutte le persone colpite da questa straziante notizia“.
La Kamloops Indigenous Boarding School (KIRS) non era l’unica, ma era la più grande di queste “scuole” istituite nel paese alla fine del XIX secolo. La struttura è stata gestita dalla Chiesa cattolica, per conto dell’Esecutivo canadese, dal 1890 al 1969, fino alla chiusura decretata nel 1977. “I bambini nativi tra i 4 e i 15 anni sono stati portati via con la forza e gli è stato proibito di vedere le loro famiglie, praticare le loro lingue, culture e tradizioni. I bambini che frequentavano il KIRS hanno subito una condizione di estrema segregazione e isolamento“, recita un cartello all’ingresso della scuola. È anche noto che i minori sono stati oggetto di abusi fisici e sessuali da parte dei presunti pedagoghi. In totale, circa 150.000 minori appartenenti a minoranze etniche sono stati iscritti in tali collegi a livello nazionale. Si stima che almeno 3.200 bambini siano morti in queste istituzioni a causa di violenze o negligenza, anche se il numero esatto delle vittime rimane sconosciuto.