Una colossale spirale ed un disegno di un serpente tra India e Pakistan scoperti da due ricercatori francesi.
Celate tra le immense distese desertiche del Thar, in India, ci sono misteriose ed antichissime rappresentazioni scolpite nel terreno con dimensioni di gran lunga superiori ai più celebri geoglifi di Nazca e che rappresentano i disegni più estesi mai realizzati dall’essere umano. Individuati per la prima volta grazie a Google Earth da Carlo e Yohann Oetheimer, due esperti francesi, i disegni comprendono un’area di circa 200.000 chilometri quadrati in un territorio a cavallo tra l’India e il Pakistan. In quest’area desertica i due ricercatori hanno individuato vari siti in una zona poco distante dalla città di Jaisalmer. Trai tanti disegni spiccano due raffigurazioni geometriche presenti poco lontano dal villaggio di Boha che rappresentano una gigantesca spirale accanto ad una raffigurazione di un serpente. I disegni sono stati realizzati da incisioni effettuate nel suolo, profonde circa 10 centimetri.
Il più grande disegno scoperto è una spirale asimmetrica, denominata Boha 1, che si compone di una lunga linea circolare di oltre 12 chilometri in un’area di 724 metri di lunghezza per oltre 201 metri. A poca distanza è possibile ammirate un disegno a forma di serpente, Boha 2, che si compone di una linea di oltre undici chilometri, con una figura a forma di serpente, una spirale di dimensioni minori e una serie di strisce. Boha 3, invece, è formata di vari disegni di dimensioni inferiori, in un’area di circa 48 chilometri. In questo caso le linee non risultano del tutto visibili, perciò si pensa che, in origine, il disegno fosse ampio oltre 80 chilometri. Non è chiaro il soggetto delle rappresentazioni e nemmeno il messaggio che volevano trasmettere gli autori. La loro origine non appare antichissima, ma risalente ad almeno 150 anni fa. In ogni caso per gli esperti, considerato che le raffigurazioni sono visibili solo ad almeno 300 metri di altezza, è poco probabile che rappresentassero una forma di espressione artistica contemplata da terra, ma piuttosto dei segni di una pratica culturale oggi non conosciuta ‘‘magari il ricordo di un evento spaziale osservato nell’area”, scrivono i ricercatori.
Fonte:
https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S2352226721000362?via%3Dihub