Su una spiaggia di Ercolano, nel 1982, venne trovato lo scheletro di un soldato che gli esperti hanno a lungo analizzato nel corso degli anni per cercare di capire di chi si trattasse. Recenti ricerche suggeriscono che il soldato potrebbe aver fatto parte di una missione di salvataggio inviato dall’ufficiale militare Plinio Il Vecchio per aiutare nell’evacuazione delle persone a seguito dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. seppellendo l’antica città di Ercolano. Tuttavia quando suggerito da un ricercatore sulla base di una recente analisi ha diviso gli studiosi, che hanno avuto reazioni contrastanti: alcuni si sono detti favorevoli in merito a questa possibilità ed altri molto scettici.
Quando il Vesuvio eruttò seppelli Pompei, Ercolano ed altri insediamenti vicini uccidendo migliaia di persone ma preservando molti dei corpi delle vittime. Tra di essi c’era anche Plinio Il Vecchio (23-79 d.C.) che guidava una missione di salvataggio navale per soccorrere le persone colpite. Il nipote di Plinio, Plinio il Giovane (61-113 d.C.), scrisse una lettera allo storico romano Tacito (56-120 d.C.) discutendo della missione di salvataggio. Copie di quella lettera sono sopravvissute fino ai giorni nostri e sono spesso usate dagli storici che studiano l’eruzione.
Gli archeologi hanno scoperto lo scheletro del soldato, posizionato a faccia in giù, su una spiaggia di Ercolano nel 1982. Francesco Sirano, archeologo del Parco Archeologico di Ercolano in Italia che guida un gruppo di ricerca ad Ercolano ha utilizzato la spettroscopia a fluorescenza a raggi X (XRF), una tecnica in grado di determinare la composizione chimica di un oggetto, per esaminare i resti dell’armatura del soldato. I test hanno mostrato che parte dell’armatura del soldato era decorata con metalli preziosi come argento e oro. Questa scoperta suggerisce che fosse di alto rango, il che è insolito perché i documenti storici non indicano che Ercolano avesse una grande forza militare.
Anche i manufratti trovati vicino al soldato sono stati esaminati: con sè aveva una borsa di attrezzi da falegnameria, che potrebbero essere stati usati su una nave romana. E 12 denari e 2 monete d’oro, un importo che sarebbe stato equivalente a un mese di stipendio per un membro della Guardia Pretoriana, un’unità speciale i cui compiti includevano la guardia di Roma e dell’imperatore. Il fatto che avesse un’armatura elaborata e una somma di denaro pari a un mese di paga della Guardia Pretoriana suggerisce che il soldato potrebbe essere stato un membro dell’unità, ma i ricercatori non possono esserne certi.
Lo scheletro si trovava vicino ai resti di una barca che potrebbe essere stata utilizzata dai militari romani. Inoltre, lo scheletro era posizionato in modo tale che potrebbe far pensare che il presunto soldato sia morte mentre si dirigeva verso la città piuttosto che fuggire. Alla luce di questi risultati, Sirano ritiene che l’uomo facesse probabilmente parte delle forze di soccorso, forse un alto ufficiale.