Si tratta del primo quasicristallo creato accidentalmente dall’uomo.
Un’esplosione nucleare, prodotta nel corso test Trinity in Nuovo Messico il 16 luglio del 1945, ha portato alla formazione del primo quasicristallo mai creato dall’uomo. La scoperta, frutto di uno studio internazionale a cui ha partecipato anche l’Università di Firenze potrebbe avere ricadute per la deterrenza nucleare: i quasicristalli, a differenza di altri prodotti delle esplosioni nucleari, rimangono stabile nel corso del tempo e potrebbe dunque testimoniare la realizzazione di esplosioni nucleari in una determinata area. ”La sostanza è stata prodotta in maniera accidentale durante il primo test nucleare effettuato dagli americani nel Progetto Manhattan”. A dichiararlo è Luca Bindi, docente di Mineralogia dell’università di Firenze. “La detonazione – aggiunge – provocò la fusione della sabbia circostante, della torre di prova e delle linee di trasmissione in rame, andando a formare un materiale vetroso che ha preso il nome di trinitite’‘. Ed è proprio grazie allo studio dei frammenti di trinitite nell’università fiorentini che gli esperti hanno scoperto il primo quasicristallo prodotto dall’uomo, con composizione chimica finora sconosciuta (Si61Cu30Ca7Fe2) che rappresenta il frutto delle particolari condizioni nelle quali si è formato.
Considerati come materiali unici per la disposizione degli atomi che formano una sorta di mosaico in modelli che non si ripetono mai uguali, a differenza dei cristalli naturali, il primo quasi cristallo venne prodotto in laboratorio grazie a Dan Shechtman nel 1982; un risultato che gli consentì di ricevere il premio Nobel per la Chimica. Fino ad ora sapevamo come i quasicristalli si potessero formare, in natura, solo a temperature e pressioni estreme. Gli unici esemplari documentati sono, infatti, l’icosaedrite e la decagonite rilevati dallo stesso esperto italiano in Russia e formatisi circa 15mila anni fa in seguiti all’impatto di asteroidi.